Anche il plesso di via Montepiana dell’Istituto Comprensivo “Ruggero De Simone” di San Pietro Vernotico avrà le classi eterogenee.
A partire dal prossimo settembre i bambini di 3, 4 e 5 anni si ritroveranno infatti a condividere la stessa aula. Una decisione che non ha messo proprio tutti d’accordo. Sul piede di guerra le mamme dei piccoli alunni delle sezioni G ed F, che hanno fatto capire alla dirigente scolastica Loreta Chirizzi di non essere in linea con la decisione deliberata lo scorso giugno. Nel mirino vi sarebbero le questioni legate all’adattamento dei bambini ed alle loro esigenze psico-pedagogiche: “Con la modifica delle classi da omogenee ad eterogenee – scrivono i genitori in una lettera indirizzata alla dirigente – i nostri bambini subiranno delle variazioni affettivo-relazionali che incideranno notevolmente sul loro sviluppo. Basti pensare che il primo giorno di scuola non dovranno più relazionarsi con tutti i loro amichetti, ma ci saranno nuovi bambini che, dovendo affrontare l’inserimento, destabilizzeranno notevolmente i nostri figli, che invece hanno già acquisito una certa maturità relazionale”. Il plesso di via Montepiana è inoltre l’unico dell’Istituto sanpietrino a non essersi adeguato alle norme scolastiche (decise dal collegio) che prevedono la disposizione delle classi eterogenee. L’argomento divide da ormai parecchi anni i pareri di molte madri italiane, che hanno individuato nella manovra scolastica più contro che pro: “Dovremmo fare i conti con il mutamento delle abitudini dei nostri figli- scrivono le mamme – non avranno più i loro giochi, banchi e soprattutto maestre. Perciò riteniamo opportuno che i nostri figli debbano continuare per i prossimi due anni a frequentare una classe omogenea, evitando loro delle ripercussioni a cui non sempre riescono a far fronte, in quanto ogni bambino è un individuo a sé e con uno sviluppo diverso che va rispettato nella sua integrità. E soprattutto nel suo essere bambino non ancora pronto a cambiamenti significativi che potranno compromettere la formazione della persona”. Ma c’è dell’altro. Sembrerebbe infatti che al momento dell’iscrizione al primo anno non vi fosse alcuna clausola del possibile cambiamento. E né il sito web della scuola avrebbe riferito nulla a riguardo. “Certo che ci vorrà più impegno da parte delle maestre – spiega la dirigente scolastica Loreta Chirizzi - i bambini dovranno essere divisi in gruppi con unico obiettivo da raggiungere ed attività didattiche idonee all’età per ogni gruppo” Ed ancora: “i bambini – continua la preside - che entrano presto nella scuola dell’infanzia, potranno rimanere anche oltre i tre anni di scuola senza che subiscano forzature per l’ingresso alle elementari e senza il trauma di rimanere senza i compagni del percorso dell’infanzia”. A conti fatti, la preside fa quindi sapere che il problema persista soltanto nelle ansie e dubbi delle mamme. A detta della dirigente, la situazione dovrebbe essere facilmente gestibile e non dovrebbe destare particolari preoccupazioni.