O almeno di quelli che, per stare in pace con se stessi, hanno necessariamente bisogno di buttare fango sugli altri, giudicandone la vita, gli interessi e i piaceri. E' una riflessione quasi scontata, questa, quando si devono raccontare storie come quelle capitate al giovane novolese Pierangelo Greco, make-up addicted e tiktoker dichiaratamente gender fluid, una persona cioè che nel corso della vita si sente ora donna ora uomo, che è stato vittima di shitstorm sul web, sul suo profilo social pullulante di immagini e video che lo ritraggono, ricevendo critiche e insulti feroci da parte di omofobi che avrebbero addirittura inneggiato a Hitler, augurandogli la morte.
"Sono sempre stato abituato agli insulti, alle offese, ma adesso la situazione sta degenerando"- scrive il ragazzo in un post pubblicato su Facebook. "Dopo aver postato un Video con più di 670 mila visualizzazioni, è partita una vera e propria shitstorm nei miei confronti. La “shitshorm” è un fenomeno frequente in internet, migliaia di utenti hanno iniziato ad insultarmi, minacciarmi di morte, mi hanno augurato il massacro inneggiando HIT*LER. Bene, io davanti a tutto questo non posso stare zitto, devo denunciare lo schifo di mondo in cui viviamo. E non mi dite che è normale ricevere questi insulti sol perché ho i ‘followers’ e di conseguenza sono esposto, perché non ho intrapreso la strada dei social per essere massacrato ogni santo giorno. Io uso i social per condividere la mia vita e il mio talento, non tocco la sensibilità di nessuno e pretendo lo stesso trattamento. Adesso basta. Chi ha sbagliato pagherà perché ho deciso di agire per vie legali. La stronza non è più qui a stare zitta. Grazie mille ai ragazzi di Webboh per aver condiviso quanto accaduto nelle ultime ore sul mio profilo Instagram. Io ho preso una pausa da tutti i social".
Parole dure, quelle di Pierangelo; parole di una persona stanca di malvagità e cattiverie gratuite, e che non è più disposta a tollerare tutto questo. Sì, perchè si può non accettare nè condividere. Ma il rispetto, quello sì. Sempre.