27 gennaio. Giorno della Memoria. La giornata in cui si commemorano le vittime dell'Olocausto. Il giorno in cui, nel 1945, le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz,
in Polonia, dove durante la seconda guerra mondiale furono sterminati più di 1 milione di prigionieri, in gran parte ebrei. Uno dei crimini più atroci della storia contemporanea, si potrebbe dire, su cui chiudere gli occhi, voltare le spalle, o far finta di niente, sarebbe ancora oggi un atto di vigliaccheria e un grave gesto di complicità nei confronti di tale abominio. La storia, infatti, non si dimentica. Nulla può sotterrare il ricordo di un disastro umanitario forse tra i più grandi, in cui non solo la razza ebrea fu sterminata, tramite fucilazioni o docce che emanavano gas mortali, ma anche tutti coloro che erano ritenuti inferiori alla razza ariana, i malati di mente, i rom, i disabili e gli omosessuali. Era in questo modo che, secondo il disegno di Hitler, il mondo poteva comporsi solo da essere umani perfetti. Un crimine di sicuro meno grave ma ugualmente atroce anche quello relativo ai Massacri delle Foibe, il cui giorno dei Ricordo è fissato per il 10 febbraio prossimo, avvenuti tra il 1943 e il 1945 ai danni della popolazione italiana per mano dei partigiani jugoslavi. Avrebbero perso la vita tra le 5 e le 10 mila persone, gettate in grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria, o deportate nei campi di concentramento sloveni e croati. Tragedie consumate per mano di uomini verso altri uomini, che meritano di essere ricordate, commemorate e celebrate ponendo spunti di riflessione, perché solo avendo memoria del passato si può agire nel presente e orientarsi nel futuro. Pagine nere di una storia fatta di orrori, raccontata nei libri, nelle pagine scritte dagli storici, dagli educatori, dai giornalisti, che viaggia sui "treni della memoria", che rivive ogni volta nelle cerimonie, nelle poesie, negli incontri, nelle iniziative che ogni anno impegnano le scuole di ogni ordine e grado, sebbene la pandemia da Covid-19 abbia impedito negli ultimi due anni lo svolgimento di eventi che prevedono assembramenti. Ma la memoria non ha bisogno a tutti i costi di incontri numerosi, di gesti concreti, di folle che si agitano: la memoria va, sfida le pandemie, non ha limiti, barriere, ostacoli. La mente può tutto, non ha restrizioni, è libera. Quella stessa libertà tolta a milioni di uomini, donne, bambini. Appare quindi più che doveroso, oggi, da parte nostra, ricordare, ripensare, commemorare, perchè "Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potremo dimenticare" (Primo Levi).