Scandalo Ferrovie Sud Est: spese folli e debiti per più di 200 milioni: undici arresti

Una vera e propria tempesta, quella che si è abbattuta su Fse, Ferrovie Sud Est, dopo il blitz di ieri mattina, 1 febbraio 2018, eseguito dai militari della Guardia di Finanza di Bari. Un “buco” da 230 milioni di euro sarebbe alla base dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, con i pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli e Luciana Sivestris, che ha portato ad undici arresti. Ipotesi di reato: bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, dissipazione e distrazione di ingenti quantità di denaro.

Ai domiciliari undici persone, tra cui L.F., 56 anni, di Taranto, legale rappresentante e amministratore della società, C.N., 53 anni, bolognese, G.N., 59 anni, bolognese, A.S., 66 anni, residente a Roma, F.V., 73 anni di Roma, F.B., residente a Roma, C.B., 64 anni di Bologna, F.C., 82 anni di Maglie, il figlio G.C., 45 anni e la moglie R.G., 72enne, F.R.C., 63 anni, nato a Roma ma residente a Lecce, ex assessore regionale ai trasporti. I fatti si riferirebbero agli anni 2001-2015 e, oltre agli arresti, hanno portato ad una serie di perquisizioni e sequestri che in tutto avrebbero coinvolto una trentina di persone, tra dirigenti, progettisti di Ferrovie Sud Est e imprenditori.

Tra le accuse, ci sarebbe quella di appalti gonfiati, spese spropositate, esternalizzazione dei servizi, contratti e incarichi affidati senza aver pubblicato alcun bando, e bilanci falsificati, fino ad arrivare a debiti che avrebbero superato i 200 milioni. Tra le spese pazze, come risulterebbe dalle indagini della Finanza e come riportato anche dalla testata “La Gazzetta del Mezzogiorno”, ci sarebbero anche quasi duemila e seicento euro spese per una bottiglia di vino, acquistata a Roma...ma con i soldi delle Ferrovie.

Insomma, una bufera che scombussola la grande società operante nel campo dei trasporti ferroviari e automobilistici per la regione Puglia, acquisita l'anno scorso da Ferrovie dello Stato, sulla quale si continua a lavorare e che ora sarebbe sottoposta a procedura di concordato preventivo in continuità, per permettere che l'attività prosegua nonostante lo stato di crisi.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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