Se ne è parlato tanto, sono state fatte ipotesi, previsioni, si sono creati contrasti ideologici non indifferenti.
E come sempre il popolo si è diviso in due, tra chi crede che questa sia la soluzione migliore, e chi invece prende le distanze da tale ipotesi. Ossia quella di introdurre il green pass obbligatorio per poter accedere in luoghi o attività a maggior rischio di assembramento. Una decisione che potrebbe arrivare a breve (già domani, infatti, ci si riunirà a Palazzo Chigi per l'analisi e la valutazione del nuovo decreto legge), e che, se approvata, potrebbe partire già tra fine luglio o inizio agosto. Giocheranno un ruolo decisivo alcuni parametri, come ad esempio l'incidenza del virus e il numero dei contagi, e l'occupazione dei reparti ospedalieri, soprattutto delle terapie intensive. La famosa "certificazione verde" che diventa quindi un "lasciapassare", sarà rilasciato a chi ha effettuato la seconda dose di vaccino, a chi è guarito dal virus, e a chi ha effettuato un tampone negativo nelle precedenti 48 ore. Sarà necessario per viaggiare in treni a lunga permanenza, navi o aerei, frequentare discoteche, stadi, palestre e centri sportivi, concerti, eventi, spettacoli, convegni e feste, ma forse anche per prendere un caffè al bar, pranzare in luoghi chiusi, fare la spesa in supermercati, ipermercati o centri commerciali. Questo lo si saprà, presumibilmente, intorno alla fine di luglio, in concomitanza con un nuovo possibile decreto Covid. Intanto, a tal proposito, il Sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, scrive: "La tua libertà finisce dove comincia quella degli altri. Non sei obbligato a vaccinarti. Ma questa tua libertà di scelta non è assoluta. Va di pari passo con quella di chi deve e vuole proteggere la propria salute e quella degli altri. E la propria libertà di movimento, socialità, relazione. Se vuoi entrare in un luogo pubblico o aperto al pubblico devi avere il green pass: hai il diritto di non vaccinarti, ma hai il dovere di non esporre a rischio la vita altrui. Non è dittatura sanitaria. E' democrazia dei diritti e dei doveri". Non ci resta che aspettare, e capire quale sarà la sorte di tutti quelli che, a cause di alcune patologie, non potranno fare il vaccino. Dovranno rinunciare anche ad un semplice caffè al bar? O invece del green pass, potranno esibire la documentazione della propria patologia? A meno che li si obblighi a vaccinarsi, anche a costo di gravi effetti collaterali. Un calderone di idee e domande che troveranno risposta solo con il tempo.