Braccianti invisibili per lavori invisibili in un terreno di fantasia. E' la sintesi della triste vicenda che ha avuto luogo, di recente, tra Trepuzzi e Surbo, coinvolgendo, nello specifico, gente di Squinzano,
Lecce, Campi Salentina, San Pietro Vernotico e Lizzanello. Gli imputati (che in tutto sarebbero una cinquantina), avrebbero creato un giro di falsi braccianti, fondando inoltre una società agricola, che non avrebbe mai operato, ma solo per ottenere dall'Inps contributi o indennità di malattia, disoccupazione, maternità o altri benefici vari soprattutto nel periodo di grande crisi e difficoltà legato alla pandemia e al conseguente lockdown.
Truffa aggravata ai danni dello Stato, sarebbe infatti l'accusa maggiore rivolta ai soggetti coinvolti, per circa 140mila euro, erogate nel corso dei mesi ai finti dipendenti per aver finto di lavorare in un terreno altrettanto fittizio e in una società agricola costituita, da una donna di 44 anni, ma solo apparentemente.
Ora i protagonisti della vicenda dovranno fare i conti con la giustizia; alcuni di loro avrebbero scelto di essere giudicati con rito abbreviato, altri di patteggiare, e altri ancora di essere sottoposti alla messa alla prova svolgendo lavori socialmente utili.