Negli ultimi anni la maggior parte degli adolescenti hanno subito atti di bullismo, termine che deriva dalla parola inglese bullyng, ovvero un insieme di comportamenti aggressivi (minacce, violenza fisica e verbale)
utilizzati per avere potere sull’altro. La vittima subisce delle conseguenze molto gravi: soffre di attacchi d’ansia, propende all’esclusione sociale, perde l’autostima e aumenta il rischio di suicidio.
Il bullismo si evolve oggi in cyberbullismo: un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante apparecchi elettronici (sms, foto, video, siti web o social network), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi. In questi casi il bullo è spesso anonimo e può controllare il profilo social della vittima.
Insieme al cyberbullismo, in rete, assistiamo ad altre forme di violenza: il fenomeno del sexting (neologismo inglese che nasce dall’unione delle parole inglesi sex, sesso, e texting) una chat in cui ci si scambiano messaggi con contenuti di sfondo esplicitamente sessuale e il body shaming, ovvero giudicare e criticare l’aspetto fisico di una persona. Di recente, la cantante salentina Emma Marrone è stata criticata duramente da un giornalista per il suo abbigliamento indossato all’ultimo Festival di Sanremo. “Evitate di ascoltare e di leggere commenti del genere” - ribatte la cantante, “il vostro corpo è perfetto così com’è. Dovete amarlo e rispettarlo, ma soprattutto dovete vestirvi come vi pare”.
I dati forniti dell’Udicon (Unione per la difesa dei consumatori provinciale) della provincia di Lecce, riguardanti le vittime di bullismo sono stimati tra il 35% e il 38% degli adolescenti, mentre i dati nazionali, forniti dall’ ISTAT, sono preoccupanti: circa il 61% degli adolescenti sono vittime. “Il nostro obiettivo è provare a sensibilizzare il mondo scolastico; una funzione importante possono averla anche le organizzazioni No- Profit e le associazioni di volontariato impegnate sui territori” - sottolinea Malorgio, presidente della Udicon.
La legge n. 71 del 2017 fornisce, per la prima volta, una definizione giuridica di “cyberbullismo” come «qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo».
Con la legge è nato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Anche il Ministero dell’Istruzione è chiamato ad adottare delle linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo nelle scuole, avvalendosi della collaborazione della Polizia postale: il Dirigente Scolastico che viene a conoscenza di atti di cyberbullismo informa tempestivamente i genitori dei minori coinvolti. I regolamenti scolastici dovranno prevedere esplicite sanzioni disciplinari, commisurate alla gravità degli atti compiuti.
Numerose sono le iniziative nate per contrastare questo fenomeno in continuo aumento. Nella scuola media “Marzabotto” di Brindisi, oltre agli insegnanti, sono intervenuti magistrati, psicologi, consulenti e pedagogisti, per educare i giovani sul comportamento da adottare. Un’altra importante iniziativa sorta nel Salento è la startup sociale MABASTA (Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti), fondata nel 2016 da un gruppo di adolescenti e da Mirko Cazzato. Si tratta di un protocollo innovativo e originale di sei semplici azioni che ogni classe può adottare per aiutare a prevenire questo fenomeno, responsabilizzando gli studenti e fornendo loro l’aiuto di un esperto. Nell’ottobre 2021, Mirko, per il suo impegno, entra nella top 10 del “Global Student Prize”. un premio assegnato ad uno studente eccezionale, che ha avuto un impatto reale sulla scuola, sulla vita dei compagni e sulla società in generale.
Per sensibilizzare ad un uso corretto delle tecnologie e di Internet e per debellare la violenza in rete, Luca Pagliari pubblica, dal 2016, con la collaborazione della Polizia di Stato e Unieuro, #cuoriconnessi, una raccolta di storie vissute in prima persona da ragazzi frequentanti le scuole secondarie di primo e secondo grado che hanno subito atti di bullismo.
Se ognuno di noi non restasse indifferente agli innumerevoli soprusi che incontriamo, sarebbe un primo passo importante per eliminare queste viltà; basterebbe solo ascoltare Papa Francesco che ci invita ad «aprire la porta del nostro cuore all'altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto».