Sull'applicazione Tik Tok spopola da tempo un'altra pericolosa e raccapricciante challenge. Lanciarsi contro le auto in corsa cogliendo di sorpresa l'automobilista.
Una nuova folle sfida chiamata "planking challenge", che impazza sul web causando disagio giovanile, allarme, e un serio pericolo per la propria vita. Solo pochi giorni fa le prime segnalazioni arrivarono da Gallipoli, dove alcuni cittadini informavano le autorità competenti, invitandole a maggiori controlli, circa "alcuni ragazzini tra i 10 e i 12 anni che in viale Europa, solitamente tra le 20 e le 21, aspettavano il passaggio delle auto per lanciarsi contro buttandosi letteralmente per strada".
Una situazione d'emergenza, spiegata da alcuni psicologi come "un modo per respingere la solitudine e dimostrare qualcosa agli altri mettendosi in competizione e sfidando gli altri per sentirsi forti e invincibili, senza comprendere rischi e pericoli", che ha portato la Procura ad aprire un'indagine nei giorni scorsi, anche in vista di nuove segnalazioni questa volta provenienti dal Comune di Galatone, dove una dirigente scolastica ha lanciato un appello per "fermare quanto prima queste cattive e insensate abitudini, prima che sia troppo tardi", dopo aver preso coscienza della presenza di alcuni ragazzi che in viale A. Moro avrebbero simulato la challenge di cui si sta tanto parlando, purtroppo, in questi giorni, "buttandosi volontariamente sulle auto in transito, provando a posizionare i piedi sotto le ruote in movimento e aggredendo i veicoli con calci e pugni", citando la dirigente, che nel suo appello pubblico, apparso stamane anche su un articolo del Quotidiano di Puglia, si rivolge al Sindaco, ai genitori, ai docenti, agli operatori degli Istituti scolastici di Galatone, ai rappresentanti del territorio e ai cittadini tutti, perché sottolinea: "per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, perciò è necessario che si uniscano le forze di tutti per porre fine ad un escalation di episodi che rischiano di trasformarsi in qualcosa di irreparabile". Si confida, intanto, nel meticoloso e attento lavoro della Procura che possa contribuire a debellare in qualche modo a questo triste fenomeno sociale.