Era stato annunciata, da Ruggiero Mennea, Presidente del Comitato permanente della Protezione civile regionale, nel 2019, l'attivazione in Puglia di un Numero unico di emergenza europeo, il 112,
con tre sedi di punto di risposta tra Modugno, Foggia e Campi Salentina. Un progetto finanziato con fondi europei per un investimento di 5 milioni di euro, il quale avrebbe inoltre previsto circa 140 nuove assunzioni.
Un progetto che ad oggi, però, risulterebbe fermo, nonostante la Puglia, come dichiarato dai referenti regionali e dagli organi competenti, abbia già pagato 2 milioni di euro per attivare il servizio. Dopo tre anni e mezzo, infatti, le tre sedi, tra cui quella di Campi Salentina, non sarebbero ancora operative e la graduatoria per selezionare i candidati idonei a ricoprire il ruolo di telefonisti non avrebbe ancora alcun esito, nonostante la Regione continui a pagare a Telecom i contratti per l'installazione delle attrezzature, i servizi di connessione e telefonia fissa.
Un servizio, quindi, ancora negato ai cittadini, che potrebbe rappresentare una vera svolta e far ottimizzare i tempi evitando sprechi di risorse; chiamando il Nue, infatti, risponderebbe la la Cur (Centrale Unica di emergenza) e i vari operatori telefonici avrebbero poi il compito di valutare la situazione e smistare le telefonate ai Carabinieri (attuale 112), alla Polizia (113), ai Vigili del Fuoco (115) o all'emergenza sanitaria (118). Ma il servizio, dicevamo, è al momento attivo solo in dieci regioni e nelle province autonome di Trento e Bolzano; le altre, invece, come la Regione Puglia, sono destinate almeno per ora ad un'attesa infinita che si spera possa terminare presto.