I grigi assomigliano al Como (senza però avere Cerri e La Gumina),
giocano bloccati puntando su fisico e ripartenze, con il solo Fabbrini a (cercare di) dare un poco di qualità.
Il Lecce fa la partita ma ben presto è costretto a cercare rapidamente gli attaccanti con lanci lunghi, la solita manovra neppure oggi riesce, concause l'assenza di Strefezza, Di Mariano e Gendrey ancora non in condizione, gli interni che faticano ad imporsi (ma Helgason comincia a vedersi), Coda marcato ad uomo, il gioco continuamente spezzettato dalla fallosità sistematica dei grigi (tollerata da un arbitro mediocre).
Così il primo tempo finisce senza occasioni e addirittura, a inizio ripresa, su punizione e svirgolata di Calabresi, i grigi passano in vantaggio.
Da quel momento cala la nebbia in tutti i sensi, i giallorossi ci provano senza lucidità, il tempo passa e si vede sempre meno, finché arriva una luce, Massimo Coda: prima si inventa da solo un grande gol di sinistro e poi, all'ultimo secondo, è fermato da una grandissima parata del portiere.
Nel finale Pablo ma soprattutto un promettente Ragusa hanno dato più vivacità, ma un poco tutti sono stati opachi ed occorre ritrovare al più presto il miglior Lecce.
Dispiace lasciare il primo posto, ora si è secondi con il Brescia, ma tutto può rapidamente cambiare, con 5 squadre in appena 3 punti che possono ambire ai due posti della promozione diretta. Al momento si attardano invece Benevento e Frosinone, che perdono in casa e vanno a -6 dal secondo posto.