Le OO.SS (Organizzazioni Sindacali) della Polizia Penitenziaria di Lecce protesta ancora una volta contro l’apertura della sezione psichiatrica.
Una decisione scellerata presa dai vertici di un’amministrazione penitenziaria sempre più arrogante e, come mai accaduto in passato, disinteressata delle sorti del personale di Polizia.
“Ancora una volta siamo costretti a fare i conti in casa- dichiarano le organizzazioni sindacali Sappe, Uil, Sinappe, Uspp, Cgil e Cisl- si registra un declino numerico del personale senza precedenti, si pensi che da un organico previsto di 715 unità si è passati in pochi mesi da 604, precipitando ulteriormente a 590.
A questi dovranno aggiungersi le 29 unità del ruolo sovrintendenti/assistenti che a breve saranno convocate presso le scuole del corpo poiché vincitori di un concorso per ispettori”. “Conseguentemente alla cronica mancanza di personale aumentano le giornate di congedo ordinario (ferie) da smaltire; 27.000, con un arretrato che in alcuni casi parte dal 2015”.
“Un’amministrazione anche in questo caso abbondantemente fuori legge, poiché le norme di riferimento indicano come periodo massimo per la fruizione del congedo i sei mesi successivi rispetto all’anno di riferimento- dicono ancora i sindacati.
“Siamo ragionevolmente preoccupati- proseguono- poiché a breve non saranno garantiti l’ordine, la sicurezza degli operatori, i diritti primari del personale; personale che sarà costretto a prestazioni di lavoro straordinario, con turni di servizio di 12 ore come già accaduto durante il piano ferie. I nuovi schiavi, schiavi di un sistema in declino, di politiche penitenziarie folli che stanno affondando il sistema carcere”.
Le organizzazione sindacali promettono, inoltre, che saranno indette assemblee con il personale per invitare i colleghi ad applicare alla lettera tutte le disposizioni, una sorta di sciopero bianco, che porterà alla paralisi delle attività. Già ieri mattina, lunedì 18 settembre 2017, in occasione dell'apertura della struttura, infatti, è stato organizzato, da parte delle organizzazioni stesse, un sit in di protesta davanti all'istituto che, quindi, potrebbe non rimanere un caso isolato.