Dall’11 al 15 settembre si festeggia l’Esaltazione della Croce nella Basilica simbolo del barocco leccese

a cura della 10 Settembre 2024

In occasione della festa liturgica dell'Esaltazione della Santa Croce, la Basilica leccese di Santa Croce sarà sede di solenni festeggiamenti dall'11 al 15 settembre 2024.

La diocesi di Lecce si prepara a vivere, quindi, questa importante ricorrenza che il calendario liturgico ha fissato per il 14 settembre, con un programma ricco di celebrazioni spirituali e di eventi che avrà inizio mercoledì 11 settembre, alle ore 19.00, con l'eccezionale esposizione alla pubblica venerazione della preziosissima reliquia della Santa Croce del Signore, a cui seguirà la Messa, con la partecipazione delle municipalità legate alla devozione al Ss.mo Crocifisso, dei Comuni di Altomonte (rappresentato da Giuseppe Capparelli, delegato al culto e alle tradizioni), Monteroni di Lecce, (rappresentato dal sindaco Mariolina Pizzuto); Arnesano (rappresentato dal Sindaco Emanuele Solazzo); Torchiarolo (rappresentato dal Sindaco Elio Ciccarese); Leporano (rappresentato da Iolanda Lotta - assessore alla cultura) e Pulsano (rappresentato da Elena Scialpi - delegato del sindaco). Presenti alla cerimonia anche mons. Pasquale Morelli, assistente ecclesiastico e cancelliere dell’Arcidiocesi di Taranto, nonché Claudio Botrugno e Pino Lotta, ambasciatori dell’Associazione. Inoltre, sarà possibile ammirare l'opera del maestro Brizzo, che ha realizzato la facciata della Basilica di Santa Croce con ben 35 mila mattoncini Lego.
Venerdì 13 settembre, alle ore 19, la Santa Messa sarà presieduta da Don Matteo Fabbri, già Vicario per l'Italia dell'Opus Dei, e concelebrata dai Parroci del Centro storico cittadino. Al termine della celebrazione, si esibirà la Banda di Surbo e si potrà prenotare la visita alla Basilica nella modalità dei Misteri di Santa Croce, previsti per le 22.30.
Sabato 14 settembre, giorno della ricorrenza della festività della Santa Croce, alle ore 18.30, il maestro Raffaele Casarano interpreterà dal balcone della facciata un brano musicale meditativo e quindi eseguirà in Basilica alcune melodie musicali. A seguire, alle ore 19.00, S.E. Mons. Michele Seccia, Arcivescovo di Lecce, celebrerà la Santa Messa. Presenzieranno tutte le autorità civili e militari locali e in particolare l'amministrazione Comunale di Lecce, guidata dal Sindaco, Adriana Poli Bortone, e i rappresentanti della Provincia di Lecce. Alle ore 21 il concerto d'organo, diretto dal Maestro Scarcella.
Infine, domenica 15 settembre, oltre alle consuete Messe, è offerta alla cittadinanza la possibilità di salire gratuitamente sul balcone della facciata della Basilica, tramite prenotazione e fino a esaurimento posti. Sarà un'occasione unica e speciale per conoscere più da vicino uno dei gioielli della storia e della cultura leccese, edificato, insieme all'attiguo convento, a partire dal 1549, su sollecitazione dei Padri Celestini con progetto di Gabriele Riccardi, architetto amatissimo dai leccesi perché aveva già dato prova della sua eccelsa bravura realizzando nel 1524 l’altare a ciborio per la Cappella dei Martiri della Cattedrale di Otranto e nel 1543 la graziosa e minuta Cappella di San Marco nel centro di Lecce, per la fiorente colonia della Serenissima residente nella città.
Il motivo della costruzione della nuova chiesa e del monastero fu la conseguenza della requisizione delle fabbriche occupate dai Celestini nell’area del Castello di Carlo V che fu ampliato con provvedimento di fortificazione del 1539 che prevedeva anche la ricostruzione e fortificazione delle mura di Lecce per garantire alla città una maggiore sicurezza. Per tale ragione furono demoliti l’antico convento e la chiesa fondata nel 1352 per volere di Gualtiero VI di Brienne Conte di Lecce, sotto il primitivo titolo di S. Maria dell’Annunziata e di S. Leonardo, ma che invece, per volontà popolare, volle dedicarsi alla Santa Croce.
Il completamento dei lavori di costruzione della nuova chiesa e dell’annesso convento durò 146 anni, fino al 1695 data incisa nell’iscrizione posta in alto a sinistra sulla facciata del monastero, ma già nel 1582 la chiesa fu consacrata. Nel 1559 ebbe inizio la costruzione della grandiosa facciata che giunse al finestrone rotondo nel 1646 ad opera di Cesare Penna. L’intera facciata fu portata a termine, però, solo nel 1697.
Per la realizzazione della grandiosa opera lavorarono i più grandi architetti e scultori dell’epoca tra i quali oltre al Riccardi, Francesco Zimbalo e Cesare Penna che diedero vita, grazie alla loro grande genialità artistica, ad un templio di irripetibile bellezza raccogliendo i motivi caratteristici del tempo sparsi nelle numerose chiese della città esprimendo con frutti, fiori, putti e mostri, ciò che gli storici hanno poi definito capricci del barocco locale. La chiesa ed il contiguo palazzo monastico è indiscutibilmente la maggiore fabbrica religiosa dell’età barocca leccese, considerata, a ragione, il glorioso simbolo di quello spettacolo del teatro permanente leccese rappresentato da chiese e palazzi che va dal maturo Cinquecento fino al Rococò.
L’altare, privo di mensa, è collocato alla destra del transetto, sul quale è collocata una Croce in legno sull’ideale Monte Calvario, con numerose stelle, la luna e il sole. Gli studiosi sostengono che dietro le stelle potrebbero esserci le teche contenenti le reliquie.
Ai lati dell’altare due colonne cilindriche, arricchite nella parte bassa da fregi con uccelli e tiare, sorreggono una loggia con balaustra in pietra che probabilmente fungeva, anticamente, da pulpito. In alto l’emblema celestiniano coronato tra due angeli che sorreggono una croce. Alle spalle della balaustra una porta che probabilmente immetteva all’antico monastero.

Sulla parete destra dell’altare in una lapide è incisa l’iscrizione:

"Quod munificentia Caroli V Caesaris – Coelestinorum ordo – Templum S. Cruci dicatum – Gabriele Riccardo Architecto – AD MDLXXXX erexit – Postuniversam exeunti saeculi XVIII – Religiosorum coetu(u)m eversionem Lycienses magistratus – sodalitio SS. Trinitatis peregrinorum – A. MDCCCXXXIII dedere".

Redazione

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