Colonna di Sant'Oronzo: una contesa tra Lecce e Brindisi che dura ormai da quattro secoli

E' una storia vecchia quella che vede ancora Lecce e Brindisi contendersi la colonna dove è allocata la statua di Sant'Oronzo, proprio nella piazza intitolata al Patrono, nel centro di Lecce.

Una storia vecchia e antica, che avrebbe secoli di vita, precisamente quattro, in un Regno di Napoli duramente colpito dalla peste. Nonostante a quei tempi il patrono della città non fosse Sant'Oronzo, (bensì Sant'Irene), i leccesi attribuirono a Lui il dono di essere stati risparmiati dalla malattia, per cause remote e sconosciute, almeno stando ai racconti storici pervenuti fino ad oggi. Fu proprio per quell'occasione, che l'allora Sindaco di Brindisi, Carlo Stea, si fece promotore della realizzazione di un monumento votivo al Santo, con i resti di due colonne della via Appia crollate più di un secolo prima a causa di un terremoto, da donare ai leccesi. Un'idea che ai brindisini sembrò non andare giù, tanto da rendere necessario l'intervento del vicerè di Napoli, che con un decreto decise che la colonna venisse portata a Lecce. I costruttori leccesi, aiutati dalle autorità, avrebbero dovuto recarsi a Lecce di notte per effettuare il trasferimento dei marmi nella città, per evitare di essere visti dal popolo brindisino amareggiato e pieno di acredine; i brindisini avrebbero poi accusato i leccesi di aver compiuto un furto di notte portando via la colonna "della discordia", nutrendo ancora oggi un pò di risentimento, certamente comunque stemperato, ormai, dal passare dei secoli.
Proprio questa mattina, infatti, sotto un post pubblicato dal Sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, è apparso un commento che avrebbe fatto riaccendere il ricordo su questa antica vicenda. L'autore è il Sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, che evidentemente non è riuscito a trattenersi da un "simpatico" ed ironico commento.

"Da stamattina sono in corso i lavori di smontaggio e rimozione delle impalcature che circondano la colonna di Piazza Sant’Oronzo. Entro pochi giorni uno dei simboli della città tornerà ad essere visibile, con i suoi rocchi e il capitello di epoca romana che dal ‘600 caratterizzano la piazza principale di Lecce.
Gli interventi di pulitura, consolidamento e i trattamenti protettivi sono stati realizzati a regola d’arte grazie all’opera dei restauratori dalla ditta Emilio Colaci, che ringrazio per il lavoro svolto. Rimuovere le impalcature significherà restituire alla bellezza uno scorcio della nostra piazza principale, per troppo tempo nascosto alla percezione dei leccesi e dei visitatori.
E la statua? Presto forniremo novità anche sul percorso che ci condurrà alla collocazione della copia sul capitello, nel frattempo la statua di Sant’Oronzo è visibile e accessibile a tutti a Palazzo Carafa, nell’atrio principale d’accesso, aperto su Via Rubichi. Ci vuole tempo, pazienza, pareri e autorizzazioni, prima che la bellezza ritrovi vigore" - aveva scritto Salvemini sul suo profilo Facebook, dove poco dopo è spuntato il commento di Rossi: "Carlo, ti dispiace se più tardi passo a prenderla?". Pare che Salvemini non abbia ancora risposto.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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