Campagna vaccinale contro il Covid-19: si discute sulle possibili strutture da sfruttare

a cura della 17 Febbraio 2021

Il tanto atteso vaccino, l'antidoto anti Covid-19 tanto bramato e desiderato nel clou del periodo di pandemia e lockdown, è arrivato.

E dopo la fase organizzativa, relativa alla gestione della campagna vaccinale o alla divisione della popolazione in quattro fasi, adesso è il momento di reperire strutture idonee in cui poter somministrare il vaccino. Una necessità che ha bisogno della collaborazione di Sindaci e amministratori comunali che mettano tali strutture al servizio della Asl e delle quarantadue equipe che si occupano di vaccinare la popolazione, e che sono attive nei presidi ospedalieri di Lecce, Casarano, Copertino, Gallipoli, Scorrano e Galatina e nei distretti sanitari di Lecce, Campi Salentina, Nardò, Maglie, Martano, Gagliano del Capo e Poggiardo.
Finora si contano sessantotto mila over 80 che potrebbero vaccinarsi il 22 febbraio prossimo (dopo gli operatori sanitari), per un totale di seicento settantanove mila persone nella provincia di Lecce. Si parlerebbe di cinque e o sei punti vaccinali sul territorio leccese, anche secondo quanto riportato su Quotidiano di Puglia dal Sindaco Carlo Salvemini. Oltre all'Ospedale Vito Fazzi, alla piazzetta Bottazzi (ex Vito Fazzi), e alla Asl di via Miglietta, saranno poi scelti altri due punti in cui effettuare i vaccini. Da valutare anche la possibilità di sfruttare i locali della compagnia teatrale Koreja che ha dato piena disponibilità. "Serviranno circa 600 infermieri- dice Salvemini- per vaccinare almeno 15 persona all'ora. In tutto questo, sarà fondamentale la collaborazione con la Polizia Locale e la Protezione Civile". Tante altre, poi, le strutture che hanno dato la loro disponibilità, come ad esempio il Centro Polivalente di Galatina, il Seminario diocesano della curia di Nardò, e il Comune di Tricase che ha parlato di tre eventuali sedi da mettere a disposizione della Asl. E intanto c'è ancora da fare chiarezza sulla posizione dei medici di base impegnati nella campagna vaccinale, che ancora non avrebbero trovato un'intesa con la Regione; due sarebbero i problemi principali: l'arrivo delle dosi di vaccino, al momento piuttosto lento, e la conservazione delle stesse, che hanno bisogno di essere conservate ad una temperatura di -80°. La maggior parte dei medici di base, però, non avrebbe a disposizione frigoriferi così potenti e attrezzati per questo. Nelle prossime ore dovrebbero tenersi nuovi incontri per discutere di tali problematiche.

Redazione

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