Mai fidarsi delle apparenze. Soprattutto quando ci si imbatte in funghi dal bell’aspetto ma che, tuttavia, possono serbare qualche sgradita sorpresa a tavola, una volta ingeriti.
Malori, seri sintomi gastro-intestinali (nausea, vomito, diarrea e dolori addominali) e in taluni casi sintomi ancora più gravi. E’ il caso del “Boletus pulchrotinctus” (o fungo a pori rossi), che negli ultimi giorni ha causato l’intossicazione di otto persone, finite in ospedale proprio per averlo consumato. Con l’inizio dell’autunno, infatti, i boschi e le macchie mediterranee del Salento si riempiono di appassionati che si cimentano nella raccolta di funghi spontanei, che poi finiscono nei piatti della nostra cucina tradizionale.
Un hobby che può avere conseguenze spiacevoli, tanto che gli esperti del Centro di Controllo Micologico (CCM) del SIAN Area Nord della ASL Lecce, ubicato in viale Don Minzoni 6/8, Palazzo ex Inam I° piano stanza 66, raccomandano vivamente alla popolazione di non consumare funghi epigei spontanei che non siano stati preventivamente controllati dagli stessi micologi. «Il clima mite di questi giorni – fanno sapere gli esperti del CCM - ha portato alla notevole “fioritura” di funghi della specie “Boletus pulchrotinctus” che da ignari raccoglitori viene scambiato per “porcino”, mentre appartiene alla famiglia delle Boletaceae, sottofamiglia Boletoideae Singer, sezione Luridi (funghi a pori rossi). A scopo puramente precauzionale va considerato non commestibile, in quanto sospettato di possedere un certo grado di tossicità. In realtà, si tratta di un fungo molto tossico se consumato crudo e con tossicità incostante se ingerito cotto».
Raccogliere il fungo sbagliato, del resto, può capitare a chiunque, soprattutto perché queste specie “a rischio” hanno la caratteristica di assomigliare a quelle commestibili e dunque possono trarre in inganno occhi e mani non particolarmente esperte. E’ indispensabile, perciò, farli sempre controllare dai micologi della ASL. Ogni anno, infatti, la maggior parte delle intossicazioni da funghi epigei freschi è determinata da funghi raccolti e non fatti controllare, o raccolti in luoghi inidonei o dovuta a funghi commestibili ma preparati male.
Di qui l’avviso diffuso ai sindaci del Salento per “assicurare i necessari livelli di sicurezza per i cittadini”, con la raccomandazione di seguire scrupolosamente alcuni semplici ma importanti consigli. Un vero e proprio decalogo con le regole d’oro per evitare intossicazioni.
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non consumare funghi se non sono stati controllati da un micologo della ASL di Lecce;
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consumare quantità moderate, specie a cena;
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non somministrare ai bambini;
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non ingerire in gravidanza;
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consumare solo funghi in perfetto stato di conservazione;
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consumare i funghi ben cotti e masticare correttamente;
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sbollentare i funghi prima del congelamento e consumarli entro sei mesi;
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non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e campi coltivati (possibile presenza di pesticidi);
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non regalare i funghi raccolti, se non controllati da un micologo della ASL;
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fare attenzione alla conservazione domestica, nei funghi sott’olio si può sviluppare la tossina botulinica (Botulismo).
Va ricordato, infine, che in molti Comuni è attiva, da parte dei micologi del CCM del SIAN, la vigilanza ed il controllo sul commercio dei funghi epigei spontanei freschi. Agli esperti ASL i “funghi cattivi” non sfuggono di sicuro.
Il C.C.M. è aperto al pubblico, per il servizio di riconoscimento fungino, dal lunedì al venerdì dalle ore 12.30 alle ore 13.30, mentre per qualsiasi altra informazione inerente la materia si può telefonare, sempre dalle ore 12.30 alle ore 13.30, al numero 0832/215392 – fax 0832/215398.