Sono magici e belli da vedere, incantevoli e catalizzatori dell’attenzione di grandi e piccini, ma non si pensa mai al pericolo che si nasconde dietro di essi e la loro lavorazione.
Chi lavora nelle fabbriche che producono fuochi d’artificio lo sa bene, infatti, che la prudenza e le misure di sicurezza da adottare non bastano mai, considerata la pericolosità innata della polvere da sparo, l’ “ingrediente” principale per la produzione dei fuochi d’artificio. E lo sanno bene anche i dipendenti e proprietari dell’azienda pirotecnica Cosma, di Arnesano, fondata nel 1925 dal padre degli attuali titolari, che hanno sperimentato sulla propria pelle i rischi connessi al loro lavoro. Poco dopo le 8.20 di ieri mattina, infatti, venerdì 9 novembre 2018, una fortissima esplosione, le cui cause sono in fase di valutazione, ha distrutto l’azienda di famiglia, con conseguenti crolli della stessa e altissime colonne di fumo sprigionatesi nell’aria, provocando la morte del figlio di uno dei titolari, Gabriele Cosma, 19 anni, ragazzo per bene, appassionato del suo lavoro e amato da tutti in paese.
Una tragedia che ha sconvolto un’intera comunità e gettato il padre del ragazzo nella più totale disperazione, tanto da chiedere ai medici del ‘Vito Fazzi’, dove è stato accompagnato in stato di choc, di aiutarlo a morire. Una vicenda ancora tutta da chiarire e analizzare, che ha richiesto l’intervento sul posto dei Carabinieri della stazione di Lecce e Arnesano, del personale del 118, dei Vigili del Fuoco del comando provinciale, della Scientifica del Nucleo Investigativo, del personale dello Spesal della Asl di Lecce e degli Artificieri dell’Arma che hanno messo in sicurezza la zona. Un boato assordante che è stato avvertito anche fino a Monteroni e in alcune zone di Lecce, che fa capire tutta la gravità dell’esplosione, dalla quale è stato colpito anche G.R., operaio 41enne di Carmiano, che da anni lavorava nella quasi centenaria azienda pirotecnica e che adesso è ricoverato nel Reparto Grandi Ustionati dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi, con gravissime ustioni di terzo grado su quasi il 90% del corpo.
Sempre nella giornata di ieri, dopo il sopralluogo del Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica, Elsa Valeria Mignone, l’azienda è stata posta sotto sequestro ed è stata aperta un’inchiesta in merito, anche se ancora non ci sarebbe nessun iscritto nel registro degli indagati. La salma del povero diciannovenne, ora pianto da amici, parenti e conoscenti sgomenti e increduli, è invece a disposizione del medico legale che, nei prossimi giorni, effettuerà l’autopsia per chiarire, tra le altre cose, se il giovane sia morto a causa delle ustioni riportate o per il crollo dei muri o della tettoia.