Riceviamo e integralmente pubblichiamo un comunicato stampa giunto in redazione dal Comando della Polizia Locale di Trepuzzi.
"Alle ore 14:18 del 4 febbraio 2021 presso il Comando della Polizia Municipale di Trepuzzi giungeva una telefonata che richiedeva l’intervento della Polizia Locale in quanto una persona che apparentemente non stava bene, rifiutava le cure mediche del servizio 118. L’operatore cercava di spiegare che la Polizia Locale non può obbligare nessuno a sottoporsi a cure mediche contro la sua volontà e chiedeva con toni e modi gentili di interloquire con il personale medico per capire meglio il tipo di intervento che veniva richiesto. Il personale dell’ambulanza era intervenuto senza medico a bordo e quindi veniva loro spiegato che solo un medico può disporre un trattamento sanitario obbligatorio; si chiedeva pertanto l’intervento di un medico sul posto e si assicurava l’immediato invio di una pattuglia a supporto.
Giunti sul posto unitamente ad una pattuglia dei Carabinieri vi era una persona stesa in terra che si rifiutava di interloquire, pertanto, come da procedura, non sapendo se il soggetto fosse sotto effetto di alcool o stupefacenti e temendo reazioni scomposte è stato chiesto al capannello di persone che si era creato di allontanarsi per tutelare la loro incolumità, ma A.N.S., dichiarandosi come l’autore della chiamata alle forze dell’ordine, reclamava un posto “in prima fila” nella gestione dell’emergenza. Dopo varie insistenze del personale, anche A.N.S. decide di allontanarsi ma non prima di aver pronunciato alcuni epiteti tra cui: “vi sistemo io”, e infatti poco dopo pensa bene, per vendetta, di scrivere su un noto social network una storia frutto di una fervida quanto deviata fantasia descrivendo con dovizia di particolari presunti ritardi nell’intervento di Polizia Locale e Carabinieri e atteggiamenti aggressivi degli agenti con richieste insistenti al personale del 118 di adottare un protocollo di trattamento sanitario obbligatorio drammatizzando inoltre oltremodo la vicenda con narrazioni di presunti maltrattamenti subiti dal malcapitato il quale addirittura si sosteneva avesse bevuto acqua sporca. Ovviamente il post ha scatenato innumerevoli commenti di sdegno pregni di offese alle forze dell’ordine.
Quello che il quarantaquattrenne non aveva considerato, però, è che tutte le chiamate ai numeri di emergenza sono catalogate e registrate e dall’ascolto delle registrazioni i fatti così come descritti non trovavano nessuna corrispondenza, pertanto l’autore del post è stato deferito all’autorità giudiziaria cui sono stati inviati oltre al post pubblicato, anche i file audio delle chiamate e rischia un’incriminazione per diffamazione con l’aggravante di aver utilizzato uno strumento potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato di persone. Sono al vaglio anche le posizioni di quanti, incautamente, hanno espresso il loro disappunto commentando il post con frasi gravemente offensive e volgari".