Era il 22 gennaio 2016 quando Franco Amati, pasticcere da tutti conosciuto come Mesciu Franco, fu travolto e ucciso da un’auto mentre percorreva, a bordo della sua bicicletta, la Trepuzzi-Casalabate, nei pressi del Parco Rauccio.
Il 67enne leccese, che passeggiava lungo la via Monticelli insieme ad un amico, fortunatamente salvatosi, fu raggiunto e travolto dall’auto del trepuzzino 37enne Andrea Taurino, trovato sotto l'effetto di sostanze stupefacenti al momento del fatto. Secondo la testimonianza dell'amico superstite, dopo un piccolo battibecco, il trepuzzino si sarebbe scagliato volontariamente con la sua Fiat 500 contro i due ciclisti, causando la morte di Amati; una tesi sempre negata da Taurino, il quale avrebbe invece ammesso solo il fatto di aver perso il controllo del mezzo perché sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. E ieri, a distanza di quattro anni, è arrivata la sentenza della Corte d'Assise d'appello di Taranto, che ha condannato l'automobilista a 18 anni di reclusione, anche sulla base della perizia svolta dall'ingegnere Vernaleone, che avrebbe dovuto ricostruire la dinamica del fatto, considerando le caratteristiche dei mezzi e i danni riportati in seguito, le condizioni di tempo, la velocità tenuta dall'automobilista, quale fosse la visuale consentita o se il trepuzzino fosse stato abbagliato dal sole oppure no mentre era alla guida. E così, i giudici di secondo grado hanno stabilito che non si è trattato di omicidio colposo, bensì volontario; intanto l'uomo dovrà rispondere anche delle accuse di tentato omicidio, lesioni personali aggravate e omissione di soccorso, oltre che di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale, in quanto al momento dell'arresto, avrebbe cercato di fuggire sull'auto poi risultata rubata.
L'avvocato difensore, una volta depositate le motivazioni della sentenza, farà ricorso in Cassazione per sottolineare l'ipotesi di omicidio colposo e non volontario, come lo stesso ha sempre sostenuto.