Tra gli antichi patroni della città di Squinzano potrebbe esserci, oltre a San Vito ed alla Madonna Annunziata, anche Sant’Ubaldo.
Ubaldo nacque a Gubbio tra il 1084 ed il 1085 e morì nella sua stessa città il 16 maggio del 1160. Rimasto ben presto orfano di entrambe i genitori, fu allevato da un omonimo zio che curò la sua educazione religiosa e intellettuale. Fu ordinato sacerdote nel 1114. La fama del suo nome e delle sue virtù si diffusero al di fuori della sua città, tanto che Perugia nel 1126 lo acclamò suo vescovo. Ubaldo però, schivo di tanto onore, si recò subito a Roma per chiedere al Papa Onorio II di essere esonerato da tale incarico, ottenendone grazia divenendo vescovo della diocesi di Gubbio che governò per 31 anni, durante i quali superò felicemente diverse avversità ed ostacoli anche grazie alla sua dolcezza e mitezza d’animo.
Ogni anno Gubbio festeggia Ubaldo, nella ricorrenza del 15 maggio, con solenni riti religiosi e con una manifestazione all’aperto che unisce fede, gioia e fantasia: la notissima “corsa dei ceri”, uno dei più antichi riti folcloristici italiani; tre “macchine” di legno, coronate ognuna da una piccola statua: Sant'Ubaldo (patrono di Gubbio), San Giorgio e Sant'Antonio Abate, sulle spalle di centinaia di portatori in costume, che corrono tra una folla immensa nelle vie cittadine, per poi salire sul Monte Ingino, il luogo che custodisce i resti del patrono .
In Chiesa Madre a Squinzano, nella navata sinistra, in una parete dell’Altare dell’Annunciazione, è custodito un dipinto, di autore ignoto, in pessimo stato di conservazione, di forma ovale (cm. 147 X cm. 103) realizzato da autore ignoto con la tecnica dell’olio su tela, nella seconda metà del XVII secolo, nel quale il Vescovo Ubaldo viene rappresentato con mitra e pastorale. Il santo ha la mano destra alzata a rappresentare, forse, l’episodio che lo vide contrapposto al Papa Onorio II che gli chiese di governare la sua città. Sullo sfondo del quadro è visibile una città che potrebbe essere proprio la sua Gubbio. Nel dipinto, poco visibile e parzialmente decifrabile, appare questa iscrizione: G = UBALDO / VESC VGVE/ NO GRD.
La devozione squinzanese al Santo potrebbe essere legata all’episodio svoltosi alla periferia di Squinzano, in una parte di territorio oggi destinata a Zona Artigianale, in prossimità della Cappella della Madonna di Loreto, da sempre conosciuta come Monte della Battaglia, forse a causa di un leggero sopraelevamento del terreno che portava verso la località San Luca.
Proprio in questa parte di territorio si sarebbe svolta nel 1525 la storica Battaglia di San Luca tra il marchese di Tripalda di Casa Castriota che guidava le truppe salentino–albanesi e filospagnole e le truppe franco–venete che avevano assediato il territorio (1520 -1528). Un’epigrafe posta sul muro di un’abitazione in Via Giacomi, dove è inciso il nome del santo e la data (1759) testimoniano l’antica devozione del popolo squinzanese a sant’Ubaldo; l’incisione è posta sotto una piccola nicchia dove attualmente è stata collocata una immagine di S.Ubaldo stampata su carta. Pare, inoltre, che anticamente esistesse, a poca distanza dalla Chiesa Matrice, anche una piccola cappella, dotata di campana, dedicata al santo.
Bibliografia: Squinzano – Il catalogo dei beni culturali – Dipinti e sculture. PIETRO SALVATORE POLITO