È il termine giusto, questo, per descrivere la bassezza, la vigliaccheria e la meschinità di alcuni gesti, che ledono la dignità dei defunti, la loro memoria e l’affetto dei loro cari. Sono state profanate, infatti, diverse cappelle cimiteriali, come già accaduto qualche volta in passato, con il furto di opere d’arte, immagini religiose, fiori e ricordini; nella giornata di ieri, però, si sono raggiunti livelli mai visti prima. È stato sottratto materiale metallico da molte lapide, dalle quali si è cercato di estrarre tutto ciò che potesse avere un valore, come parti in ottone o in bronzo; è stata anche devastata la lapide di un bambino morto vent’anni fa, la cui immagine è stata divelta per recuperarne la cornice di ottone. Un’offesa a livello affettivo, più che materiale o artistica, consumata quasi certamente di notte; i malviventi, con arnesi da scasso, un automezzo e probabilmente con l’ausilio di scale, si sarebbero introdotti nel plesso cimiteriale rompendo un catenaccio con il lucchetto del portone di via Faraschita, dall’ingresso più a nord del cimitero, dove la necessità di installare telecamere all’interno e all’esterno del cimitero, sembra essere sempre più urgente. Trafugati anche bassorilievi in metallo collocati ad una certa altezza e realizzati da artisti di un certo calibro, posizionati all’esterno di alcune cappelle cimiteriali private. Piccoli e semplici balordi in cerca di materiale da rivendere o riciclare, che, viene da pensare a molti, sembrano essere lontani anni luce dai concetti di ‘umanità’ e ‘dignità’. Indagheranno i Carabinieri della locale stazione intervenuti sul posto.