Irene Fornaciari: "Se smetti di sognare smetti di vivere. Il segreto è dare senza pretendere"

di 07 Dicembre 2017

Squinzano. La sera del 6 dicembre Piazza Plebiscito, in occasione dei festeggiamenti civili di San Nicola, è stata la suggestiva location del concerto di Irene Fornaciari.

L’artista, che ringraziamo nuovamente per la sua disponibilità, ha risposto con entusiasmo alle nostre domande.

Ciao Irene, vediamo insieme qualche passo di alcuni tuoi brani dell’ultimo album Questo Tempo. In 'La Comprensione' canti "la soluzione è semplice, darsi senza mai pretendere". Credi che oggi sia possibile dare senza volere necessariamente qualcosa in cambio?

Senz’altro è una cosa difficilissima. L’amore incondizionato è complicato da ottenere, ma è alla base di tutti i rapporti, nonché della ricerca dell’amore vero. Io ci sto lavorando, col mio compagno e con le persone che mi stanno accanto. Cerco di dare senza dover per forza ricevere qualcosa in cambio. In fondo è questo il segreto dell’amore puro.

In 'Blu' affronti un tema molto discusso e attuale, quello della migrazione. Parli di promessa libertà e promessa dignità, e ancora del ‘sogno in più’ e dell’amore puro che cerca altrove chi è costretto a lasciare la propria terra. Cosa ti ha spinto ad affrontare un argomento così delicato?

Ho affrontato un tema che si riferisce a un dramma dei giorni nostri, che va peggiorando col tempo. Vorrei lasciare da parte la questione politica e andare a trattare il senso umano. Non riesco a non immedesimarmi e a non pensare che potrei essere io al loro posto o trovarmi un giorno a vivere ciò che purtroppo vivono i migranti. Penso che l’accoglienza sia fondamentale, ognuno di noi può vivere un momento di difficoltà. Sono milioni gli uomini, le donne e i bambini che soffrono e affrontano, senza aver nessuna colpa, certe situazioni. Quando ho ascoltato per la prima volta Blu mi sono emozionata tantissimo perché parla di un tema delicato in maniera poetica e profonda; una canzone che porta a riflettere. Per questo l’ho portata a Sanremo nel 2016, con l’obiettivo di emozionare ed emozionarmi.

 

C’è ancora chi sa sognare”. Lo affermi in 'Dalla finestra di casa mia'. Sei una sognatrice? Cosa sogni?

Certamente sogno e i sogni sono molto importanti per me. Se smetti di sognare…è la fine! Nella precarietà che oggi dilaga, nel lavoro, nelle relazioni, e in generale, credo che sognare rappresenti una speranza. Tanti ragazzi si sentono persi…ma non bisogna mai smettere di sognare, altrimenti si smette di vivere. Io sogno sempre ed è questo che mi spinge ad andare avanti, a muovermi nella musica, a fare progetti. Sognare mi crea degli obiettivi da perseguire, raggiungere e superare. Per poi trovarne altri, ovviamente.

Gli ultimi due anni sono stati molto intensi per te. Nel 2016 sei stata al Festival di Sanremo, dopo hai viaggiato in tutta Italia per promuovere 'Questo Tempo'. Che bilancio tracceresti?

Non amo fare bilanci, però ripensando a quello che ho fatto in questi anni mi sento gratificata per aver svolto il mio lavoro che poi è anche la mia passione. Già il fatto di poter lavorare facendo quello che si ama è una gran fortuna di cui essere estremamente felice. Negli ultimi due anni non mi sono mai fermata: Sanremo, la promozione post-Sanremo, i live, che sono ciò che più mi gratifica. Stare a contatto col pubblico è qualcosa di indescrivibile, è tutto per me. Mi permette di continuare a sognare, tornando al discorso di prima. Vedere le persone che si emozionano ascoltandomi mi riempie di gioia. Il bilancio dunque è positivissimo, sono felicissima! Certo, aspiro sempre a migliorare e a fare di più, però sono contenta di quanto fatto sinora.

Per chiudere ti chiediamo tre brani, uno tuo, uno di tuo papà e un terzo di un artista, italiano e non, che stimi. Insomma, un trio di canzoni che hai nel cuore.

Bella domanda! Difficile scegliere, ma ci provo. Tra le mie amo tantissimo Un Amuleto, contenuta nel mio ultimo album, è una di quelle canzoni che resta ‘nascosta’, ma poi credo che proprio quei brani così siano i più intensi e ‘sentiti’. È dedicata a mio zio, che purtroppo non c’è più, e parla del fatto di come sia possibile sentire la forza delle persone che non sono più tra noi. Quando ci sono dei momenti di difficoltà o magari sono più pensierosa del solito, sento che quella forza mi arriva. Tante persone si sono ritrovate in questo e nel messaggio del brano, mi hanno scritto su Facebook, e ciò testimonia che la profondità che intendevo trasmettere è riuscita a raggiungere i cuori e chi l’ha ascoltata ha colto tale aspetto. Una canzone di mio babbo? Quando ero piccola ascoltavo spesso Hai scelto me e mi è rimasta nel cuore. Non è una delle canzoni più conosciute di mio padre, però anche quella è così intensa e ‘struggente’ che non posso fare a meno di amarla. Perché alla fine il più delle volte vado alla ricerca di canzoni che fanno anche piangere, commuovere, soprattutto nei momenti di malinconia. Anche tali emozioni, diverse dalla gioia e dall’allegria, vanno ‘elaborate’. La terza canzone, anzi ne dico altre due…io adoro Janis Joplin e Aretha Franklin, quindi direi Piece of my heart e Respect.

 

Foto di Giuseppe Bello Roma

Veronica Notaro

Giornalista Pubblicista, Blogger e…sognatrice

Laureata in Lettere Moderne, autrice della raccolta poetica M’ama non mama e del romanzo breve Sogni Pizzicati

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