“Anch’io sono sindaco di qualcosa”. Queste le parole con le quali Papa Francesco ha accolto la delegazione dei sindaci italiani.
Lo scrive sul suo profilo Facebook Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente dell’ANCI. Un sindaco, molto amato dai suoi concittadini, che ho avuto il piacere di conoscere per la passione che abbiamo in comune per San Nicola. De Caro poi aggiunge: “Papa Francesco ci ha esortato alla necessità dell’ascolto di chi è in difficoltà e alla capacità di immaginare città migliori”.
Chissà se tra i tanti pretendenti alla poltrona di primo cittadino di Squinzano (quasi tutti ben attenti a restare anonimi e silenziosi) ce ne sia qualcuno, che oltre a studiare strategie per accaparrarsi i gregari migliori (quelli con più voti), che possano dargli la volata per lo sprint finale, ce ne sia qualcuno che stia pensando anche alla necessità di costruire una città migliore o che almeno se la stia immaginando come suggerisce il nostro pontefice.
Non abbiamo la certezza che questo stia accadendo. I partiti tacciono. Scusate è stato un lapsus. Mi era sfuggito che i partiti sono morti ormai da tempo. Semmai esistono i politici pronti a sbranarsi tra loro durante la prossima campagna elettorale. Magari senza pensare minimamente a quell’”ascolto di chi è in difficoltà” che suggerisce Papa Francesco.
Eppure le “difficoltà” per vivere dignitosamente, o quantomeno per tirare a campare, in questo triste momento, le stiamo vivendo tutti. Indistintamente. E allora mi chiedo: perché la città è ferma e silenziosa? Perché i suoi cittadini non ''pretendono'' più come prima? Non si “arrabbiano”, non sono più “puntigliosi e attenti” come quando segnalavano il ciuffetto d’erba, le buche, l’assenza della Polizia Locale vicino alle scuole per garantire la sicurezza dei piccoli studenti e sono inermi di fronte ai centri di aggregazione sportivi e culturali chiusi (Stadio, Palazzetto e Villa Cleopazzo inutilizzati nonostante il comune abbia ricevuto cospicui finanziamenti utili per renderli nuovamente fruibili)? Eppure abbiamo una Commissione Prefettizia, che sta lavorando per il bene comune, che è in grado di ascoltare le voci della città e che è certamente pronta ad incontrare ed a collaborare con chiunque. Una città che non sembra più in grado di proporre, come prima, iniziative di qualunque genere che darebbero linfa vitale alla comunità. Una città che non si preoccupa più di stessa. Dalla quale ci attendiamo uno scatto d’orgoglio attraverso le sue potenzialità migliori: i giovani.
E allora. Se non avremo la fortuna di avere un sindaco come Antonio De Caro, orgoglio dei suoi concittadini, almeno cerchiamone uno che gli assomigli. Che abbia “la capacità di immaginare una città migliore”. Gli squinzanesi “in difficoltà” se lo meritano.