Squinzano si è fermata per una sua “festa del silenzio”.
E’ la scelta -forse la più semplice- per “urlare” un saluto e per gridare -forse invano- una preghiera ed una filiale protesta.
“Perché, Signore Iddio, hai voluto un nuovo angelo in Cielo e non hai lasciato una giovane promessa in Terra?”
Ce n’era tanto bisogno!
“Perché hai contraddetto l’ordine naturale, da Te impresso nelle leggi della vita, che vuole vedere i figli sopravvivere ai propri genitori?”
Era, è e sarà sempre giusto così!
No! Non sono bestemmie e non sono ribellioni. Sono, semplicemente così, invocazioni per cercare di trovare e di poter dare conforto a chi non riesce a rassegnarsi, a chi non vuole messaggi di cordoglio, a chi non si può convincere alla fatale sorte dell’uno (e che uno!) in meno in casa.
La ragione non ha più un senso logico; allora ci può aiutare solo la fede, perchè la speranza si è spenta e la carità si è svuotata.
Ma non potrà essere sempre così!
Oggi il cuore è pieno di dolore, ma i ricordi sono vivi e colorati ed avranno la forza di cancellare ogni tristezza.
Squinzano, tutta Squinzano, si è stretta intorno ad una famiglia che piange e si dispera.
Però, abbiamo scoperto che siamo tutti una sola famiglia: siamo tutti nonni, genitori e fratelli di Andrea. Siamo stati in tanti a vegliare, a pregare e a sostenerci nei malinconici corridoi del “Vito Fazzi” di Lecce. Eravamo in tanti, fino a mettere in crisi le strutture organizzative dell’ospedale. Ma nessuno si è schiodato da quel luogo, non sono andati mai via mamma Tiziana, papà Nicola e la sorella Laura; ma non si sono mai allontanati tutti gli altri parenti; non hanno smesso di mobilitarsi in un sit-in silenzioso i tanti amici ed amiche, che hanno trascorso lì anche le notti.
Aspettavano. Aspettavano una buona notizia. Invece è arrivata la più triste, quella che ha offuscato gli occhi per le lacrime furtive e silenziose.
E tutti ci siamo ritrovati più poveri, tutti ci siamo accorti della mancanza di un qualcosa di indefinito. Poi un lampo di luce ci ha fatto scoprire la malinconica certezza che ci mancheranno la spensieratezza, la gioventù, l’intelligenza, il garbo, la bellezza e la gioia di vivere di Andrea.
Ma non si vogliono manifesti a lutto, non si vogliono condoglianze, non si vogliono fiori o altri segni di triste compartecipazione.
No! Non c’è bisogno di questi simboli. Solo per una semplice ragione: Andrea è vivo e sarà sempre vivo nei cuori di chi ha avuto la fortuna di averlo come figlio, come parente, come amico.