Si è trattato di un percorso al fine di “testimoniare l'amore verso gli emarginati della società” e ne sono stati protagonisti Roberto Toscano (responsabile), Chiara Vantaggiato, Matteo Manca, Annamaria Petrelli, Chiara Potì e Antonio Pio Mazzotta. I cento chilometri affrontati, soprattutto con il torrido caldo di questi giorni, rappresentano “un'opportunità di vivere l'amore tra uomini, che nella fatica hanno capito cosa vuol dire fare squadra e vivere con l'essenziale: uno zaino sulle spalle, svuotato dalle comodità quotidiane. È proprio questo ritorno all'essenzialità, che ha fatto sì che uomo e natura si rincontrassero”. Così il gruppo ha voluto esplicitare il suo intento nel realizzare tale cammino in cui è emerso anche l’interesse di scoprire le storie del Salento e la sua grande importanza nel corso dei secoli, come ad esempio il ruolo che ha avuto nella produzione dell'olio combustibile durante la rivoluzione industriale. Il viaggio si è snodato da Novoli, proprio dalla casa “Opera Frati e Soru”, poi si è diretto a Soleto, presso la Chiesa “Santa Maria delle Grazie” in cui il gruppo ha sostato. Successivamente si è raggiunto Maglie presso il convento “Santa Maria di Costantinopoli”, poi Tricase (Oratorio “De Nitto” – Chiesa Matrice) e infine il santuario di Santa Maria “de Finibus Terrae”; un itinerario in cui sono emerse non solo riflessioni di carattere culturale per questi luoghi, ma anche ambientale: “molti sono stati i terreni stravolti dall'azione e dall'incuria umana che dimostrano ancora una volta quanto la situazione sia critica e quanta strada ancora ci sia da fare affinché si diffonda una cultura ambientalista”. “Opera Frati e Soru” continua il suo “cammino” per accogliere le tante persone svantaggiate, e senzatetto e i senza fissa dimora con l’aiuto di chi vorrà condividere il suo percorso di solidarietà e di fraternità.