Era novembre 2018 quando una donna sulla quarantina e residente in un Comune del Nord Salento, si recò dal suo medico di base con dei forti dolori gastrointestinali.
Ma la visita a cui il medico, residente nello stesso Comune, avrebbe sottoposto la donna, si sarebbe trasformata in qualcosa di più "particolare". L'uomo, 62 anni, avrebbe chiesto alla paziente di mettersi a cavalcioni, abbassare i pantaloni, per poi procedere con una visita rettale e poi 'ginecologica', alle quali seguirono lusinghe e inviti ad uscire. Una situazione di totale imbarazzo che provocò nella donna un forte stato di ansia e agitazione, tanto da doversi recare dopo qualche ora presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Campi Salentina, dove le furono prescritti degli ansiolitici e fu invitata a raccontare l'accaduto. La salentina, effettivamente, avrebbe poi denunciato il fatto, costringendo il medico, sposato e molto stimato in paese, ad un lungo interrogatorio durante il quale avrebbe sempre negato le accuse della paziente. Nonostante questo, il dottore dovrà ora sostenere un processo a suo carico, con l'accusa di violenza sessuale aggravata con abuso dei poteri.