"Abbi cura di te” non è solo un consiglio affettuoso, ma un richiamo forte all’azione. Più che mai valido, nel mese “rosa” dedicato alla prevenzione del tumore al seno, anche e soprattutto per chi con la malattia ha già dovuto misurarsi o ha tuttora un conto aperto.
Una lotta quotidiana che, come dimostra l’attività dello Spazio Benessere del Polo Oncologico del “Vito Fazzi”, può avere un alleato prezioso come la bellezza. Ma non solo essa. Per l’Associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre” Onlus si può fare molto di più, grazie alla cura dell’alimentazione, all’attenzione prestata al rapporto medico-paziente, al sollievo che può arrivare dal confronto con lo psicologo.
Su questi temi la mattina di martedì 31 ottobre 2017, al Polo Oncologico, all’interno di un momento di riflessione sulla qualità della vita durante le terapie oncologiche, hanno ragionato il presidente dell’Associazione, don Gianni Mattia e i medici, Nicola Deliso, nutrizionista esperto in terapie dietetico nutrizionali oncologiche, Elisabetta De Matteis, dirigente medico dell’Oncologia del “Vito Fazzi” e Maria Antonietta Berio, psicoterapeuta esperta in Psiconcologia.
L'iniziativa nasce nell'ambito del percorso avviato con lo Spazio Benessere "A Sua Immagine", inaugurato presso il Polo Oncologico di Lecce, il 21 dicembre 2016, allo scopo di garantire trattamenti estetici e di benessere gratuiti a donne e uomini in terapia oncologica. «Lo Spazio Benessere, nato quasi in sordina, - sono le parole con cui don Gianni Mattia, presidente e fondatore dell’Associazione ha introdotto la giornata – da subito ha raccolto un interesse oltre misura da parte dell’utenza, al punto che siamo stati costretti a renderlo fruibile più giorni la settimana rispetto a quelli inizialmente previsti. Con questa giornata desideriamo proporre una riflessione, con gli utenti, sulla qualità della vita in terapia oncologica. Come lo Spazio Benessere presta attenzione ai disagi dovuti alle conseguenze estetiche delle cure chemio/radioterapiche, che possono, costituire un deterrente alla guarigione, pensiamo anche che ci siano altre componenti di cui tener conto. Tra queste vanno annoverate l’alimentazione, le reazioni emotive e relazionali e l’alleanza medico-paziente». «Un rapporto forte – ha sottolineato a margine dell’iniziativa il Direttore Generale Silvana Melli – che dev’essere posto alla base dell’attività dell’azienda sanitaria e dei suoi operatori, con la consapevolezza che non dobbiamo curare malattie ma prenderci cura, da tutti i punti di vista, delle persone che transitano nelle nostre strutture e dei loro familiari. In fondo, si tratta di uno scambio alla pari che ha come contropartita l’umanità che si dà e si riceve». Fondamentali, in quest’ottica, le testimonianze delle utenti dello Spazio Benessere “A Sua Immagine”, Marina Carcagna, Patrizia Rizzo, Antonella Salvio e Carmen Demitri, che stanno affrontando un’esperienza lacerante come la malattia con spirito di “guerriere”, armate di sorrisi e fede e accompagnate dalle persone e i sostegni giusti che, presto, diventeranno un opuscolo informativo e appuntamenti mensili con gli specialisti.
A partire dai consigli illuminanti del nutrizionista Deliso, che mette in guardia da “diete ideali”, perché – ha sottolineato - «l’alimentazione corretta e bilanciata va cucita come un abito sartoriale addosso ad ogni paziente, deve tenere i livelli di insulina e glicemia nella norma, quindi è necessario fare molta attenzione agli alimenti che ingeriamo, perché proprio di glucosio si “nutre” la malattia”». Indicazioni importanti da tener presenti prima, durante e dopo la terapie, in particolare «sulla velocità di assorbimento di alcuni cibi, sugli stili di vita “a rischio” e i fattori di proliferazione delle cellule tumorali e, in direzione opposta, l’importanza della vitamina D e del digiuno mirato durante la radioterapia».
Fondamentale, in un approccio globale, il lavoro multidisciplinare tra oncologi, infermieri, estetisti, psicoterapeuti contro una malattia multifattoriale che colpisce le cellule ma anche l’anima. Terreno su cui si muove la Psiconcologia, branca che deve aiutare il paziente a “digerire” la comunicazione della cattiva notizia, la malattia. «Lo psicologo allora – ha chiarito la dr.ssa Berio - ha il compito di aiutare a capire come gestire queste emozioni, ad avere il coraggio di affrontare la malattia sfruttando la forza della paura che muove le nostre emozioni, tirando fuori le energie che abbiamo dentro: é la resilienza, la capacità di adattarsi a situazione di stress come può essere il cancro». Anche ricostruire l’aspetto fisico, riconoscersi belle, può dunque «aiutare a ricostruire l’identità, a migliorare la reazione alla malattia, a darsi una possibilità di cambiamento uscendo dal momento di crisi».
«L’idea di questa giornata è nata dalle richieste delle stesse utenti dello Spazio Benessere – ha detto infine Elena Olgiati, estetista APEO -. Molto spesso, infatti, sono loro a chiedere quale sia l’alimentazione più corretta da seguire in terapia, o a richiedere un servizio di consulenza psicologica». Il primo passo, insomma, è stato fatto, ma altri ne seguiranno nel lungo e difficile cammino per sconfiggere il tumore e “tornare come e meglio di prima”. Tuttavia con la consapevolezza – le parole di Rosachiara Forcignanò, responsabile cure oncologiche del “Giovanni Paolo II”– che «la base di partenza è sempre la cura, in cui l’Oncologia salentina è pari a quella del Settentrione, ma poter contare su uno Spazio Benessere così ricco di esperienze riempie d’orgoglio e può davvero aiutare la guarigione».