La scuola tra pandemia, didattica a distanza e prospettive. Parla la dirigente Loredana Signore

di Antonio Martino 03 Luglio 2020

Dallo scorso settembre, la professoressa Loredana Signore ha assunto l’incarico di dirigente scolastico presso l’Istituto Comprensivo “Salvatore Colonna” di Monteroni. L’anno scolastico è stato particolarmente impegnativo a causa dell’epidemia che ha colpito l’intera nazione.

E risulta, pertanto, utile conoscere i risultati della nuova modalità d’insegnamento dovuta alla forzata chiusura delle scuole. 

Preside, la sua scuola come ha affrontato la didattica a distanza in piena pandemia?

In premessa mi corre l’obbligo di ribadire che la scuola in presenza non può essere sostituita dalla didattica a distanza, l’utilizzo della tecnologia ha permesso di affrontare un momento così difficile; senza, ogni cosa sarebbe stata più difficile se non impossibile. Il nostro istituto si è tempestivamente attrezzato per individuare la strada migliore, per mantenere il contatto con gli studenti di tutte le età. Il cambiamento repentino del modo di fare scuola ha creato sicuramente grande smarrimento, soprattutto fra gli adulti, ma fin da subito abbiamo compreso quanto fosse importante entrare in contatto con gli studenti, scandire le giornate con appuntamenti fissi in grado di dare un ritmo alle giornate; abbiamo ritenuto fondamentale dare il senso della continuità nella convinzione che la routine crea sicurezza, aiuta ad affrontare l’imprevisto. Abbiamo condiviso l’idea che la didattica a distanza dovesse avere come obiettivi fondamentali l’empatia, la comprensione e l’ascolto. In questo periodo, la valutazione formativa ha permesso di dare sempre un riscontro ai lavori svolti dagli alunni, in un’ottica di valorizzazione dei punti di forza di ognuno, nella convinzione che fosse di fondamentale importanza creare un forte senso di autostima, in grado di motivare gli studenti a proseguire e a esplorare un modo nuovo di fare scuola.

Qual è stato il contributo della famiglia nella didattica a distanza? 

Le famiglie sono state di grande importanza nella riuscita della didattica distanza. I genitori hanno accompagnato i ragazzi in questa nuova esperienza, a loro va il nostro ringraziamento, il ringraziamento mio, delle docenti e, oserei dire, della società tutta. Questo brutto momento ha permesso di dare uno spessore nuovo al principio costituzionale del diritto/dovere dei genitori di educare ed istruire i figli.

Come hanno vissuto i docenti la didattica a distanza?

Ha assunto nuovo volto anche il precetto costituzionale della libertà d’insegnamento del docente: ognuno si è messo in gioco per ricercare la strada migliore per interagire con gli studenti, per assolvere il proprio lavoro. Sono saltati molti punti di riferimento consolidati. Le norme in vigore non contemplano questa nuova modalità di espletamento del lavoro, ma tutti i docenti si sono messi a disposizione, comprendendo l’eccezionalità del momento, ascoltando le richieste, le ansie, le difficoltà di alunni e genitori. La formazione si è realizzata sul campo, come formazione tra pari; fondamentale è stato il ruolo dell’animatore digitale e del team, poiché essi hanno effettuato consulenze per docenti, genitori e personale tutto, oserei dire h24. Abbiamo così “sperimentato” sul campo piattaforme, orari, modalità di collegamento. Il lavoro è stato tanto, alcune testimonianze sono sulla pagina Facebook “Istituto Comprensivo S. Colonna Monteroni Di Lecce” e e sul sito comprensivoprimopolomonteroni.edu.it/. Anche l’USR Puglia ha ritenuto di pubblicare alcuni dei lavori realizzati dalle nostre classi. Tanto è rimasto “privato”, perché abbiamo scelto di non pubblicare i lavori con i volti dei ragazzi ed anche perché molti elaborati hanno un senso profondo di testimonianza di quanto avvenuto in classe non opportuno da divulgare. C’è veramente tanto materiale prodotto che dà l’idea di quale sia stato il grado di coinvolgimento di docenti, alunni e famiglie. A settembre, torneremo in classe, con modalità nuove, ma tutta questa esperienza costruita sul campo non sarà abbandonata: è una grande risorsa cui attingere per migliorare l’offerta formativa.

Quali difficoltà sono state incontrate?

Abbiamo cercato di non lasciare indietro nessuno; in collaborazione con associazioni e servizi sociali, con l’aiuto di famiglie e docenti, si è cercato di utilizzare al meglio le risorse per fornire ausili e connettività. Non sempre ciò è stato sufficiente, la tecnologia va sempre utilizzata con l’aiuto di un adulto.

Quali prospettive per il futuro della scuola?

Questo periodo ci ha fatto comprendere meglio alcune cose che già avevamo chiare come istituzione, ma che non sempre erano ben chiare agli occhi dei più: l’istruzione è un’attività essenziale, insieme alla sanità, per l’esistenza stessa di uno stato civile e democratico. La pandemia ha reso visibile a tutti i grandi problemi storici dell’istruzione: c’è bisogno d’investimenti sull’edilizia scolastica, di accesso libero e gratuito alla Rete, occorre, in altre parole, essere chiari nelle scelte: se istruzione e sanità sono servizi essenziali, bisogna ripartire da essi; nell’allocazione delle risorse occorre prevederli come priorità, le scuole sono un presidio d’inclusione e integrazione che nulla può sostituire.

Lei personalmente. come ha vissuto questo periodo?

Questa esperienza ha coinvolto me come tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei nostri giovani e del Paese, in modo totalitario, ha assorbito tutte le nostre energie.  Si poteva fare di più, si poteva fare meglio…certo, ma mi sento di dire che tutti gli attori di questa istituzione che ho l’onore di dirigere hanno agito, in scienza e coscienza. Spesso in mancanza di regole certe e comuni per tutte le istituzioni scolastiche, comunque tutti guidati da principi e valori nei quali crediamo profondamente: solidarietà, inclusione, empatia. Tutto ciò che abbiamo fatto e faremo è stato e sarà possibile solo grazie ad un grande lavoro di squadra, di collaborazione tra scuola, famiglia, istituzioni e società civile. I risultati saranno tanto migliori quanto più condivisi. Leggo in quest’ottica il ruolo del dirigente scolastico, come colui che effettua una serie di azioni tendenti “a rimuovere gli ostacoli, a procurare sostegno materiale ed emotivo, a prendersi cura dei dettagli che rendono il cammino più facile, a condividere la partecipazione alla marcia ed alla soddisfazione alla fine del viaggio, ad identificare una meta significativa per il prossimo viaggio” (Sergiovanni T.J.,  “Moral Leadership: Getting to the heart of schoolimprovement” [Jossey-Bass, San Francisco, 1992])

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