ConfimpreseItalia comunica che il Tribunale di Bari, con sentenza n. 3401/2019 passata in giudicato nei giorni scorsi, ha annullato una cartella esattoriale di oltre 13 milioni di euro emessa nei confronti di un cittadino.
Il contribuente G.D. ormai ex partita iva, difeso dall’Avv. Matteo Sances, è riuscito a provare nel corso del processo l’illegittimità delle pretese intimate dall’Agenzia della riscossione (ex Equitalia) poiché esse non risultavano supportate da alcuna prova. Il giudice, infatti, ha accertato come la predetta cartella, risalente addirittura al 2001, in realtà non fosse mai stata notificata al contribuente e comunque fosse prescritta ormai da tempo. Alla luce di quanto accertato, dunque, il giudice ha condannato anche il concessionario a pagare le spese legali.
Sul punto interviene il Presidente di ConfimpreseItalia, il Dott. Guido D’Amico, il quale sottolinea “Il contribuente è una persona molto vicina a noi poiché legato all’associazione confederata Partite Iva Nazionali (P.I.N.) che fa parte della nostra squadra e dunque siamo lieti che sia riuscito a dimostrare la propria estraneità ai fatti. Contemporaneamente, però, non possiamo che esprimere il nostro forte disappunto per una questione che si sarebbe potuta chiarire in pochi minuti e che invece ha portato a un lungo processo che ha rovinato la vita del nostro caro amico”.
Continua il Presidente D’Amico: “Da tempo denunciamo che il rapporto tra Fisco e cittadini/imprese non funziona. Nelle scorse settimane non a caso abbiamo segnalato l’esigenza di un coinvolgimento da parte dei rappresentanti delle imprese oltre che dei nostri rappresentanti Sindacali con l'articolo e l'intervento in materia da parte del componente del nostro Ufficio di Presidenza Antonio Sorrento con cui chiediamo di poter vigilare in qualche modo sull’operato dell’Amministrazione finanziaria ed evitare almeno gli errori palesi. Soprattutto in questo difficile momento riteniamo che la riscossione dei tributi debba avvenire con la massima cautela”.