Successo di pubblico per la Evangelista: musica e parole contro la robotizzazione dei sentimenti

In un mondo sempre più legato alla Comunicazione digitale e ad una globalizzata forma di robotizzazione dei sentimenti, accentuata dalla comunicazione “fredda” via cellulare e videochiamate, risulta molto affascinante notare ed esaltare il talento e l'estro artistico di una voce fuori dal coro, una voce che dice “NO” a questo avanzare incessante.

Si è inserita proprio in questo disegno e contesto la nuova raccolta di poesie di Chiara Evangelista, originaria di Lecce, che è tornata nella città barocca a riproporre il suo poetare, lo scorso 20 aprile. Il suo pensiero si inserisce in un continuo avanzare verso il caos incerto del divenire e del futuro, di lei conosciamo l'uso regolare e ordinato di assonanze e figure retoriche, e prima di tutto il servirsi della rima baciata, per dare vita ad un pensiero lineare e immediato. Lei non si focalizza solo su un tema, l'ha dimostrato con la sua opera di esordio (“In medias Res”), ma approfitta della straordinaria versatilità della lingua italiana per agganciarsi a tutti i temi ricollegabili intorno alla parola, riempiendo tutto il campo semantico a disposizione.

Chiara Evangelista è nata a Lecce nel 1997. Dopo aver conseguito la maturità classica, ha intrapreso gli studi giuridici presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Da sempre le sue passioni sono la musica, il cinema e la letteratura. Sabato scorso, in un evento che ha registrato un grande successo di pubblico e che ha visto l’intervento dell’editore Stefano Donno, Chiara ha presentato il suo ultimo libro, “Più probabile che non”, una nuova raccolta poetica (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) con prefazione di Tomaso Kemeny e la postfazione di Donato Di Poce.

“I versi di Chiara Evangelista tendono a misurare un paio di ceffoni indolori a quei lettori che pensano che non vi sia nulla di più pro- fondo e significativo della logica dei pensieri convenzionali. Nei suoi versi la virtù intuitiva libera il linguaggio dalla necessità di evocare cose in favore di un’energia costruttiva che rifiuta di farsi ridurre alla mimesi del reale. L’effetto dominante è quello della dematerializzazione delle referenze nella luce emanata dalla giostra di parole sopra determinate dal piacere del gioco… Penso che in questo libro si assista alla messa in parodia del rapporto tra il linguaggio e la verità. Ne risulta che il lettore viene travolto dalla frenesia festosa insita, ma celata, nel linguaggio comune” (dalla prefazione di Tomaso Kemeny) – Da un articolo de ‘Il Corriere’.

Tanta la gente presente al Fondo Verri di Lecce, con i relatori Raffaele Gorgoni, Giuseppe Puppo ed Enrico Romano, concordi nel dichiarare che: “Di Chiara Evangelista è stata apprezzata la coniugazione ottimale di suoni e parole, e soprattutto il fatto che lei non usi uno scarno stilismo, cioè non usi le figure retoriche giusto per esaltare la sua tecnica, ma le usi in funzione di coniugare i pensieri e quindi di esprimere delle emozioni e dei concetti”. Presente all’evento il direttore di LecceCronaca, Giuseppe Puppo, che ha onorato Chiara Evangelista paragonandola a Giorgio Morandi in pittura, o a Dante Alighieri e a Palazzeschi, per spiegare con esempi concreti il talento della ragazza nel destreggiarsi tra brani, versi e parole.

Ilaria Bracciale

Redattrice

"La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento d’anima."
(Henri Bergson)

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