Una volta si diceva, nei momenti di tensione in seguito alle decisioni del governo: “Scateniamo l'autunno caldo”. Adesso, sembra che quel momento sia arrivato, ormai consuetudine della nostra democrazia.
La riforma dell'istruzione, voluta fortemente dalla maggioranza governativa a trazione M5S-Lega, ha scatenato forti polemiche per l'attribuzione delle risorse destinate dalla legge di bilancio, per “l'inasprimento” della seconda prova dell'Esame di maturità e per la scomparsa della terza prova. La contestazione, attiva su scala nazionale, è arrivata anche a Lecce.
“Contro i tagli e la maturità: questa riforma non passerà”: sono queste le parole d'ordine della protesta, che ha visto la partecipazione di varie sigle di associazioni studentesche e sezioni giovanili di partiti politici. Oggetto della contestazione non è solo la riforma scolastica, ma l'operato del ministro dell'istruzione, Marco Bussetti, e del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per l'atteggiamento “persecutorio” dimostrato nel decreto “Scuole sicure”.
Il decreto, presentato lo scorso ottobre, prevede il daspo per gli studenti colti nell'atto di spacciare droga. Tornando alle novità della nuova maturità, l'ammissione all'esame potrà avvenire con la media del 6 fra tutte le discipline, incluso il comportamento. Varia anche il sistema di attribuzione dei crediti, si passa a 40 crediti nel triennio finale ( 13-13-14) che, sommati ai venti punti delle due prove (Italiano, dove scompare il tema carattere storico, e la prova di indirizzo, dove si segnala la “coesistenza di due o tre materie caratterizzanti per l'indirizzo stesso) per ciascuna e i venti punti del colloquio orale (l'argomento di partenza, a giudicare dalle indicazioni del MIUR, dovrebbe essere sorteggiato), determineranno il voto finale. Oltre al cambio di verso per la determinazione del voto, degna di nota è la presenza dei temuti test Invalsi nel percorso che porterà all'Esame di Stato. Quest'anno, in via transitoria, il ministero dell'Istruzione ha optato per rendere la prova Invalsi di Inglese solo propedeutica per l'accesso agli esami, ma il risultato della prova non sarà vincolante ai fini della valutazione finale. Il nodo, tuttavia, resta aperto. Dall'anno prossimo, infatti, potrebbe risultare vincolante ai fini del voto finale.
La protesta non si è solo limitata al solo capoluogo salentino, è notizia delle ultime ore che si sia propagata in oltre 60 grandi città italiane; nella sola Puglia si contano diversi sit-in a Tricase, Casarano e Gallipoli.