Infermieri del Pronto Soccorso del “Vito Fazzi” privi di abilitazione al Triage? Una vera e propria bufala.
A smentire in maniera decisa le notizie circolate è il primario Silvano Fracella, che rassicura: “chi opera al triage è perfettamente formato e lo fa in base al protocollo operativo stabilito dallo stesso primario e condiviso con il direttore di presidio”.
Insomma, una falsità fatta circolare ad arte per non meglio identificate finalità e carpendo, in maniera fraudolenta, la buona fede di diversi infermieri del Pronto Soccorso che hanno sottoscritto una pur legittima richiesta di aggiornamento professionale, ma si sono ritrovati con la propria firma in calce ad un documento diverso e che denuncerebbe la presunta mancanza di un’abilitazione per poter operare al Triage (sistema per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni secondo diversi livelli di urgenza).. “Una certificazione – rimarca il primario – che non è prevista da alcuna normativa italiana. In realtà per essere addetti al Triage, che è sostanzialmente una funzione di prevalutazione per definire un codice di priorità prevista nei Pronto Soccorso con almeno 25mila accessi annui (il Fazzi ne registra circa il triplo), è necessario che gli infermieri abbiano un’anzianità di servizio di almeno sei mesi e siano adeguatamente formati”.
Caratteristiche che nel “Vito Fazzi” vengono rispettate dal 1997, ossia da quando è stata istituita l’attività di Triage all’interno del Pronto Soccorso. In questo quadro di regole ben chiare il primario ha individuato, attingendo dalla pianta organica, un gruppo di 12 infermieri (impiegati due alla volta) e li ha dedicati esclusivamente al Triage. All’origine della scelta una semplice valutazione di opportunità, ritenendo importante valorizzare una funzione che dev’essere basata non solo su capacità tecniche ma anche su una propensione alla relazione interpersonale, all’ascolto dell’utenza. Una modalità organizzativa che, è bene ricordarlo, di recente è stata valutata positivamente da ispettori della Regione Puglia.
Quella della “falsa notizia” è una vicenda sulla quale, in ogni caso, la Direzione Generale intende andare sino in fondo, a tutela dell’onorabilità dell’azienda, degli operatori e degli utenti, in particolare per verificare se sia possibile ravvisarvi profili di procurato allarme.