Al “Fazzi” di Lecce la sala prelievi è “a colori”: l’Ospedale sempre più a misura di bambino

Non più dolore ma solo tanto colore negli occhi dei bambini. Nasce con questo auspicio la nuova sala prelievi riservata ai piccoli pazienti, all’interno del Laboratorio Analisi, inaugurata martedì mattina nell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. 

Colori che richiamano un habitat marino, rilassante e rassicurante, assieme a immagini di delfini, pesci e tanti altri abitanti di un ambiente finalmente “amico” e per questo denominato “prelievi di tenerezza”. Fare un prelievo di sangue, insomma, da oggi sarà un’esperienza nuova, meno traumatica e stressante per piccoli e genitori.

E’ il frutto della donazione dell’Associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre” ONLUS, da anni impegnata nella umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri, affidata alla benedizione dell’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons. Michele Seccia, durante una breve ma partecipata cerimonia alla quale sono intervenuti il Direttore Generale ASL Lecce Ottavio Narracci, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, il direttore dell’Unità Operativa di Pediatria, Pietro Caprio e il direttore U.O. di Patologia clinica Giambattista Lobreglio.

Da tutti è arrivato un corale “grazie” per i volontari che hanno contribuito a trasformare un’anonima stanza d’ospedale in un’oasi di bellezza, cui ha dato forma e colori l’artista Silvio Irilli: autore, con il suo progetto “Ospedali Dipinti”, della colorazione di reparti di pediatria, radioterapia, oncologia in diversi ospedali italiani, dal Gemelli di Roma al Regina Margherita di Torino e molti altri.

«Oggi – ha detto il Direttore Generale Asl Lecce, Ottavio Narracci – aggiungiamo un altro tassello nel percorso continuo di miglioramento della qualità e dell’umanizzazione della macchina assistenziale che soprattutto per i bambini, i quali rappresentano l’utenza più sensibile e delicata, esige uno sforzo importante da parte di chi si occupa di organizzare i servizi sanitari. Migliorare i livelli di assistenza e rendere gli ambienti di cura più simili possibile agli ambienti di vita è un compito morale per la ASL e interpreta anche lo sforzo che il nostro personale sanitario compie quotidianamente per garantire a tutti, ma in particolare ai bambini, una cura che sia ispirata al rispetto della persona».

Un aspetto qualificante della Sanità pubblica e che rende ulteriormente tangibile anche il lavoro di strutturazione e organizzazione del Polo Pediatrico che – ha sottolineato Narracci - «esiste già nei fatti».

«L’esperienza accumulata in tanti anni – ha ricordato don Gianni Mattia, presidente e fondatore dell’Associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre” - di contatto diretto con l’utenza ospedaliera, in particolare quella pediatrica, grazie alla clownterapia prima e alla Bimbulanza poi, ci ha permesso di comprendere che l’ospedalizzazione, o il semplice dover eseguire un esame, crea turbamento nel minore. In particolare, il prelievo del sangue per un minore si accompagna spesso a paura e diviene, pertanto, motivo di stress. Per rendere più rapide e agevoli le procedure, per favorire la riduzione dell'ansia e del dolore ad essa associati diviene essenziale, soprattutto nei bambini che necessitano di cure mediche frequenti, una accoglienza calorosa che passa necessariamente anche dall’ambiente in cui la pratica viene effettuata. Ecco che, un acquario pieno di pesci, delfini e tanti altri amici può divenire l’ambiente ideale per favorire la distensione psicologica del minore e catapultarlo, piuttosto che in un contesto eccessivamente medicalizzato, in una dimensione ludica».

La collaborazione tra ASL Lecce e Associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre” si arricchisce dunque di un altro importante contributo che allunga l’elenco di iniziative: dalla Bimbulanza allo Spazio Benessere nel Polo Oncologico, dalla Casa di Accoglienza per i parenti dei degenti alla colorazione della Risonanza Magnetica del “Fazzi”, fino alle tre ludobarelle donate ai reparti di Pediatria e Chirurgia pediatrica. Un Ospedale, insomma, sempre più vicino alle persone e, soprattutto, “a misura di bambino”.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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