Cittadini, enti locali e amministrazione insieme, per produrre e condividere energia rinnovabile, con benefici economici, ambientali e sociali per tutta la comunità.
È l'obiettivo ambizioso di Melpignano, il primo comune salentino che punta a convertirsi in "comunità energetica rinnovabile". È il motivo per cui, nei giorni scorsi, l'amministrazione ha richiesto uno studio di fattibilità.
Lo studio prevede:
1) l’individuazione dei siti idonei (a partire dai tetti pubblici) ad installare l’impianto fotovoltaico che dovrà servire la Comunità
2) la definizione della potenza e del costo di massima
3) la stima del numero di famiglie potenziali aderenti alla Comunità
4) ogni utile valutazione sui profili di autoconsumo virtuale presunti e sull’autoconsumo reale di eventuali utenze comunali
5) la redazione del business plan preliminare, con valutazione dei conseguenti benefici economici, sociali e ambientali.
«Usciamo dalla logica della standardizzazione dei servizi e iniziamo a trasformare in buone pratiche una nuova idea di futuro - esordisce la sindaca, Valentina Avantaggiato - è con questo spirito che il Comune di Melpignano intende spendersi, in prima linea, nel progetto di conversione ecologica.
Nel programma elettorale - continua - abbiamo dedicato ampio spazio al tema dello sviluppo sostenibile, in termini di impatto economico, sociale e ambientale. La volontà, adesso, è quella di dare seguito a quelle intenzioni, puntando a convertire Melpignano in una comunità energetica rinnovabile.
Nel 2030, data indicata a più riprese come quella fatidica per liberarsi dal carbone, si aprirà uno scenario apocalittico per il paesaggio salentino, già flagellato dalla xylella. Le multinazionali energetiche sono pronte a sostituire le centrali a carbone con maxi impianti agro-fotovoltaici che, con la scusa della "riconversione ecologica" (declinata così in modo assolutamente improprio e strumentale), fagociterebbero le nostre campagne.
Per questo bisogna agire per tutelare i terreni, perché rimangano a destinazione agricola e siano interessati, invece, da processi di agro-forestazione o forestazione, per ricostruire il nostro polmone verde e provare a rilanciare l'economia agricola di questo territorio.
La mia maggioranza dice di "no" a tutto questo. Dice di "no" e rilancia la sfida: costruiamo in ogni comune una comunità energetica. Condividiamo l'energia che produciamo.
È un progetto che può avere tantissime ricadute positive sul territorio: in primis sensibilizzare i membri della comunità rispetto all’uso razionale dell’energia, per massimizzare il risparmio energetico; ridurre la spesa energetica delle famiglie, con particolare attenzione ai consumatori vulnerabili, in un’ottica di mitigazione della povertà energetica; costruire relazioni reciprocamente vantaggiose tra gli stakeholder (Imprese, Comune, famiglie, soggetti della filiera coinvolti); trasmettere competenze e formare risorse locali in tema di gestione energetica, allo scopo di creare anche nuove opportunità di lavoro in ambito energetico. Insomma il progetto, in toto - conclude la sindaca - consentirebbe di rivitalizzare la comunità locale, introducendo meccanismi che favoriscano la partecipazione e l’inclusione. Il tutto, mi preme dirlo, per salvaguardare il nostro paesaggio e fornire ad ogni cittadino una nuova chiave di lettura e partecipazione al cambiamento, partendo dalla consapevolezza che ogni piccola azione può fare la differenza e incidere sul benessere e la salvezza dell'intero pianeta terra».