Primo Intervento, l'obiettivo della ASL Lecce: dare la migliore risposta ai bisogni degli utenti

I Punti di Primo Intervento cambieranno denominazione, divenendo presidi di continuità assistenziale del territorio affiancati da un servizio 118 rafforzato.

La riconversione dei PPI comporterà, quindi, un’adeguata riorganizzazione e razionalizzazione delle risorse, con un obiettivo chiaro: fornire la migliore risposta sanitaria possibile ai bisogni degli utenti. É la traccia seguita dalla ASL di Lecce nel mettere a punto la sua proposta per la riconversione dei PPI di Nardò, Poggiardo e Campi Salentina, dando attuazione alle disposizioni regionali ma, nello stesso tempo, tenendo conto delle peculiarità di queste strutture.

Si chiamerà Servizio Distrettuale di Primo Intervento (SDPI) ed è il piano al quale la Direzione Generale sta lavorando per rendere velocemente operativa la propria proposta, passando naturalmente dal dialogo con la Conferenza dei Sindaci (è stata già chiesta al presidente un’audizione) e con i singoli primi cittadini interessati, come nel caso dell’incontro con il sindaco di Campi Salentina.

Il nuovo Servizio Distrettuale sostituirà i PPI da riconvertire, tutti ampiamente sotto la soglia dei 6mila accessi annui, attivi 12 ore al giorno e ospitati all’interno di Presidi Territoriali di Assistenza (PTA). Venendo meno la funzione del PPI, infatti, si è reso necessario sostituire l’attuale medico in servizio e, di norma, già di provenienza 118 (con esonero parziale da questa attività), con personale sia medico sia infermieristico di emanazione territoriale. Alla base vi è la considerazione che l’80-90 per cento delle prestazioni offerte nei PPI è costituita da codici bianchi e verdi, dunque a bassa e bassissima urgenza, per cui è necessaria una risposta primaria di tipo territoriale.

Il valore aggiunto del piano della ASL sta nella valorizzazione e potenziamento dei servizi ambulatoriali e diagnostici, sia di laboratorio sia strumentali, presenti nei PTA (con in programma l’aumento del 30-40 per cento del numero e delle ore di specialistica e l’acquisto di nuove apparecchiature) e nel loro inserimento, a pieno titolo, nel percorso diagnostico terapeutico (PDT) disegnato con il Servizio Distrettuale di Primo Intervento, il quale seguirà la procedura in uso dei codici di priorità (U, B e D). L’utente, che potrà accedere direttamente o su invio del medico curante, entrerà in contatto con il personale di Triage chiamato a codificare il bisogno e a canalizzarlo secondo l’urgenza, o nel percorso territoriale oppure in quello ospedaliero, per i codici gialli e rossi, attivando il consueto protocollo del sistema 118. Ogni cittadino, di fatto, avrà sempre di fronte professionisti capaci di valutare il suo bisogno e, a seconda dei casi, di indirizzarlo verso il percorso sanitario più appropriato.

Il Servizio Distrettuale di Primo Intervento metterà tutto ciò a sistema, divenendo il perno attorno al quale ruoteranno cinque diverse attività: l’ambulatorio medico di primo intervento, il servizio specialistico di supporto, il servizio di diagnostica strumentale, l’ambulatorio infermieristico e la postazione medicalizzata del 118 (attiva h 24). La riconversione dei PPI diverrà così occasione per costruire un nuovo modello di gestione della continuità assistenziale sul territorio, rafforzata dall’integrazione più forte con il sistema 118 e che, nei piani della Direzione Generale, sarà esteso anche agli altri PTA, a partire da Lecce e per finire a Maglie e Gagliano del Capo.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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