Palaia, l’angelo con il camice giallorosso: primo in campo per salvare Scavone

Siamo stati tutti con il fiato sospeso, due sere fa, aspettando buone notizie in merito alle condizioni di salute di Manuel Scavone, 31 anni, nato a Bolzano, centrocampista del Lecce in prestito dal Parma.

Durante la partita di Serie B tra Lecce e Ascoli, infatti, tenutasi venerdì sera in via del Mare, un grave infortunio ha fatto sì che il match venisse sospeso: Scavone, poco dopo l’inizio della partita, in elevazione per sottrarre il pallone all’avversario, scontrandosi con quest’ultimo, è caduto a terra colpendo forte la testa. Attimi di panico, che hanno fatto tremare i presenti e non solo, per una situazione che all’inizio faceva davvero temere il peggio. In un silenzio fatto di incredulità e ansia piombato in via del Mare, immediatamente si è mossa la macchina dei soccorsi, che ha visto protagonisti anche gli stessi giocatori, in particolar modo Ciciretti e Mancosu, che sarebbero intervenuti con grande tempestività, estraendo la lingua del compagno per farlo respirare. Provvidenziale, poi, come sempre, l’intervento dello squinzanese Giuseppe Palaia (detto Peppino), responsabile sanitario da anni della squadra giallorossa, che ha praticato subito la respirazione bocca a bocca al centrocampista, risolvendo poi lo stato di incoscienza del giovane, che si presentava in uno stato di bradicardia e ipossia cerebrale. Un intervento fondamentale e tempestivo, che ha fatto sì che le condizioni dell’atleta non degenerassero ulteriormente. Già i bollettini medici arrivati nelle ore successive dalla ASL di Lecce, parlavano infatti di un quadro clinico non così grave come si era ipotizzato inizialmente, merito della prontezza, della tempestività e della professionalità dello squinzanese. Un “angelo” col camice, che con il giusto supporto, ha contribuito a rendere lieto il finale di questa brutta storia, fatta di tanta paura ma anche di altrettanta solidarietà.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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