“Erminio Giulio Caputo…lu core spitterra”, la presentazione del libro in aula consiliare

Si terrà domani sera, venerdì 22 novembre 2019, alle ore 18.30, presso la Sala Consiliare del Comune di Squinzano, un appuntamento in cui si fonderanno cultura, storia, letteratura e poesia.

Il Circolo Jazz “Nicola Arigliano”, infatti, con l’amministrazione comunale di Squinzano, organizzano la presentazione del libro “Erminio Giulio Caputo… lu core spitterra. Traduzioni dialettali inedite fra Leopardi e Neruda”, pubblicato presso Edizioni Milella (2019), a cura di Emilio Filieri e Lidia Caputo.

Nato a Campobasso da genitori salentini nel 1921 e scomparso a S. Cesario di Lecce nel 2005, negli ultimi decenni il poeta dialettale leccese Erminio Giulio Caputo ha spesso trovato spazio e attenzione fra gli studiosi, tra i quali appare imprescindibile Donato Valli con “La letteratura dialettale salentina. Dall’Otto al Novecento”, opera pubblicata presso Congedo nel 1995. Di recente, per merito della figlia Lidia e dello squinzanese Emilio Filieri, docente di Letteratura italiana presso l’Università di Bari, è stato possibile avvicinare un aspetto inedito, ma di sicuro interesse della personalità caputiana.

“Nel volume ‘Erminio Giulio Caputo…lu core spitterra, si presentano in significativa esegesi le sue traduzioni in dialetto di alcune poesie della letteratura italiana, insieme con esemplari della spagnola (da Garcia Lorca), della russa (da Evgenij Evtušcenko), della cilena (da Pablo Neruda) e della rumena (da Eugen Jebeleanu). Nell’ordine voluto dallo stesso Caputo prima della sua scomparsa, i componimenti oggetto di poetica attenzione e di impegno traduttorio a opera dell’autore salentino sono di Giacomo Leopardi, Il passero solitario e Il sabato del villaggio; di Eugenio Montale, Corno inglese e Scirocco; di Salvatore Quasimodo, Curva minore e Lamento per il sud; di Franco Fortini Lettera; di Garcia Lorca, Ballata interiore, Nuovi canti e Il concerto interrotto; di Pablo Neruda, Cinquantunesimo. Seguono poi del poeta e romanziere Evtušcenko I Tormenti di coscienza, La dannazione del secolo e Grazie; e infine di Jebeleanu L’incontro con Hiroshima.

Appare vitale in Caputo l’anelito che risale alle scaturigini di una multiforme umanità, segnata da sconfitte e speranze, ma è ‘polifonica’, a interpellare il destino dell’uomo contemporaneo, in una trama di segni, significati e simboli che tocca il nucleo essenziale del loro canto, alla ricerca del senso ultimo della realtà. Databili tra 1970 e 1998, le traduzioni caputiane indicano l’intimo bisogno di approfondimento e l’esigenza di limae labor ancora inesausti in Caputo a cavaliere del secolo e nei primi tempi del 2000; ma tali traduzioni rivelano soprattutto una straordinaria volontà di confronto e di tenzone letteraria con la cultura coeva, novecentesca, senza dimenticare l’eredità leopardiana. Nello scandaglio di temi e tempi, di adiacenze e prospettive della poesia dialettale caputiana, si disvelano profondità di pensiero e suggestioni in grado di sostenere la serietà e la forza del suo linguaggio poetico, ben oltre le limitazioni talvolta assegnate allo strumento linguistico del dialetto, a lungo ristretto nell’ambito del comico e della parodia.

La poesia sembra fronteggiare il senso del limite, valorizzando una possibilità, l’accettazione virile, l’idea di un varco che si manifesta o emerge dallo scorrere dell’esistenza: appare possibile, infatti, anche in momenti imprevisti, una peculiare epifania, una rivelazione, una sorta di miracolo laico che mostra la vita là dove non la si attende. Nel suo itinerario verso l’Altro e l’Altrove e l’Assoluto, non appare distante uno spiraglio, un approdo intravisto, e prossimo nella vita del poeta, che diviene interprete di una dolente umanità: l’Assoluto è pronto a chiamarlo, a soccorrerlo, lungo una tormentata umana ricerca per una forse non impossibile conquista”. È così descritto il volume di Caputo dal prof. Filieri, Relatore in 25 Congressi fra nazionali e internazionali, da Bristol (GB) a Timisoara (Romania), anche in collaborazione con gli Italianisti del Sudafrica e del Canada, interessato a diversi ambiti di ricerca, relativi a Poeti e scrittori del Sette-Ottocento tra Puglia e Napoli, Letteratura dialettale dell’Otto-Novecento meridionale, Barocco in prosa e in poesia, Poesia e Biografia in Ugo Foscolo, Tempi e scritture in Eleonora de Fonseca Pimentel, Giosuè Carducci, tra poesia e impegno civile, Scrittori d’avventura e ‘di memoria’ fra “regione” e “nazione”, Critica letteraria come filologia integrale e Scrittura e interpretazione fra metodologie e didattica.

Introdurranno la serata di domani, il Sindaco di Squinzano, Gianni Marra, l’Assessore delegato alla Cultura, Eleanna Bello, e il dott. Alfonso Renna, Presidente del Circolo Jazz ‘Nicola Arigliano’; interverranno la prof.ssa Lidia Caputo, dell’Università del Salento, il prof. Carlo Alberto Augeri, Università del Salento, il prof. Emilio Filieri, Università di Bari, e il prof. Antonio Luigi Carluccio, Accademia Quinziana. Incursioni musicali a cura della prof.ssa Sabrina Luciani, Arpista, e letture a cura di Ilaria Negro, Betta Pezzuto e Luigi Rucco.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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