“Qui se mai verrai, il Salento dei poeti”. Dieci recital dedicati alla poesia e alla terra salentina. Giovedì 21 luglio 2022, alle ore 20.00, sotto la grande magnolia del Conservatorio Sant’Anna,
a Lecce, in via Santa Maria del Paradiso, si tiene il secondo appuntamento della rassegna “Qui se mai verrai, il Salento dei poeti. Dieci recital dedicati alla poesia e alla terra salentina”, ideata dal Fondo Verri e organizzata in collaborazione con il Comune di Lecce, con l'assessorato allo Spettacolo di Paolo Foresio, e l'assessorato alla Cultura di Fabiana Cicirillo.
Inaugurata giovedì scorso con una notevole partecipazione e il particolare apprezzamento da parte di pubblico e autorità presenti, con la seconda data la rassegna entra nel vivo. La serata è dedicata a Vittorio Pagano, i cui versi saranno letti e interpretati da Simone Franco alla voce e messi in musica da Claudio Prima all'organetto.
Chi era Vittorio Pagano? Di lui, la critica scriveva "Un fanciullo che disperde la sua esistenza giocando nell'esaltazione del fatuo e del mistero", "uno che ha dilapidato la sua poesia", e ancora "che aveva il gusto del macabro, del disperato mostrare d'avere la fantasia, l'originalità e la robustezza descrittiva". "Eppure visse solo di letteratura (della letteratura s'è fatta la ragione urgente della propria vita) e di sigarette, andavano bene tutte le marche", e poi "un irregolare, uno scapigliato", "un disordinato bohemien anticonformista e trasgressivo". Vittorio Pagano era nato a Lecce da famiglia della piccola borghesia nel 1919, e qui è morto il 1° gennaio del 1979. Tra le voci della "diaspora salentina", cioè quel gruppo di letterati e poeti della Puglia del Sud di cui facevano parte anche Bodini, Girolamo Comi, Vittore Fiore, Michele Pierri, Ercole Ugo D'Andrea.
Dopo Pagano, gli autori a cui “Qui se mai verrai...” restituirà la parola negli incontri in cartellone ogni giovedì sono: Vittore Fiore per il flauto di Gian Luca Milanese e la voce di Simone Franco; Salvatore Toma per il sax di Roberto Gagliardi e la voce di Renato Grilli; Vittorio Bodini per la fisarmonica di Bruno Galeone e la voce di Piero G. Rapanà; Rina Durante per l’arpa di Giuliana De Donno e la voce di Angela De Gaetano; Ercole Ugo D’Andrea per il sax di Emanuele Coluccia e la voce di Gianni Minerva; Claudia Ruggeri per il violino di Isabella Benone e la voce di Claudia Di Palma; Girolamo Comi per il pianoforte di Giovanni Iorio e la voce di Lorenzo Paladini.
"Si può viaggiare attraversando l’immateriale? Incrociare la traiettoria di una voce, di un sussurro? Camminare in punta di piedi su tracce d’inchiostro, osservare non visti il divenire di un rigo? Si può? Sì, si può! La scrittura è “cattura del soffio”, matrice che dà corpo e sostanza all’immaterialità. C’è un pensiero, un’idea e poi un movimento di mani, di corpo, di anima, di voce che mette le cose in vita.
Oggi più che mai, al di là di ogni idea superficialmente celebrativa, si sente il bisogno di ritornare sui loro versi e sui loro passi, di indugiare nei luoghi che sussurrarono alla poesia la traccia di una geografia ideale della Terra d'Otranto, della sua natura. I soffi del vento, il cicaleccio nell’arsura estiva, le solitudini, i clamori della festa, le paure, le lontananze, i rifugi domestici. Materia per una lingua che nel Novecento si è fortificata di esperienze che hanno valicato il soffoco della provincia e aperto orizzonti inimmaginabili a Lecce e al Salento oggi inscindibile dal suo portato culturale. Così appare agli occhi del viaggiatore il Salento: una terra fortemente poetica. Ognuno prova stupore se volge lo sguardo. Sente voci. Le molte voci che la poesia accoglie". (Mauro Marino).