"Eccellenze Rev.me, miei confratelli nell’episcopato: Angelo Raffaele, Luigi e Cristoforo;
Carissimi figli e fratelli nel Sacerdozio Ministeriale;
Religiosi e religiose, diaconi, seminaristi;
E tutti voi fratelli e sorelle:
Benvenuti nella Casa del Signore.
Il mio saluto raggiunga anche voi sorelle e fratelli ammalati che ci seguite attraverso la diretta tv di Portalecce e Tele Rama.
Siamo immersi nella bellezza della nostra Chiesa Cattedrale, riuniti attorno all’altare affinché il Popolo santo di Dio si manifesti in tutta la sua unità: un solo altare, una sola Eucaristia, un’unica preghiera elevata da un’assemblea concorde, stretta attorno al Vescovo e ai suoi presbiteri. Anticamente, anche in Israele, era consuetudine che lo sposo, prima di entrare nella casa della sposa per le nozze, le recasse i suoi doni nuziali, pegno d’amore e di fedeltà.
Oggi, in questa liturgia santa, contempliamo il Signore Gesù compiere un gesto simile, poiché Egli è lo Sposo della Chiesa, e prima di offrire sé stesso nel sacrificio pasquale, prima di consumare le nozze eterne nel dono totale della vita sul Legno della Croce, viene a noi sua Sposa , sua Famiglia , portando i segni preziosi del suo amore: il crisma profumato e gli oli santi per la salvezza. Sono questi i suoi doni nuziali, segni sacramentali della sua presenza, della sua grazia, della sua fedeltà. Egli li affida a noi, popolo sacerdotale, per custodirli con amore.
La Parola di Dio che oggi la liturgia ci consegna - tratta dall’Evangelista Luca - ci porta nel cuore della missione di Gesù, e ci invita a contemplare non solo un momento storico, ma a vivere un’Epifania nella quale Cristo, Verbo fatto carne, mostra il volto di Dio nella sinagoga di Nazaret dove le parole pronunciate da Isaia secoli prima, trovano in Lui il loro compimento. Non sono più solo parole di profezia, ma si fanno carne, voce, volto, storia.
Oggi, fratelli e sorelle, si compie questa Scrittura che abbiamo ascoltato.
Oggi! Questa parola, piccola come un seme , racchiude tutta la potenza del Vangelo. Non è ieri, non è domani, è oggi che si realizza la promessa di Dio. La salvezza non è un ricordo del passato, né una speranza remota, è presenza, è ora, è qui, è per sempre.
Ogni volta che la Parola viene ascoltata con cuore disponibile, ogni volta che l’Eucaristia è celebrata con fede, ogni volta che la carità si fa concreta, l’oggi della salvezza entra nella nostra esistenza. È in questo “OGGI” che ci giochiamo la vita!
Fratelli e sorelle, che questo “OGGI” diventi il tempo della nostra risposta. Che la Parola proclamata e ascoltata in questa santa assemblea diventi carne nella nostra vita, e che l’unzione ricevuta nel Battesimo e nella Cresima diventi oggi fuoco missionario.
«Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri».
Ogni cristiano, per mezzo dell’effusione dello Spirito Santo, è reso partecipe della vita divina, è consacrato come tempio vivo di Dio, abitato dalla Sua presenza. Questa verità interpella ciascuno di noi, senza eccezione.
È una parola che riguarda ogni unzione: quella battesimale che ci ha resi figli nel Figlio; quella crismale che ci ha confermati nello Spirito; quella sacerdotale che ha configurato, noi ministri ordinati , al Buon Pastore.
Tutti, nella misura della propria vocazione, sono stati unti, e quindi inviati .
Tutti missionari della speranza: il Giubileo che stiamo vivendo ci invita ad essere “Pellegrini di Speranza” ma la Parola di Dio oggi ci chiede di diventare anche “Missionari della Speranza”: ci manda ad annunciare la speranza ai poveri, di recare una carezza agli anziani e agli ammalati, di donare fiducia a chi è sull’orlo della disperazione, a rivelare - a chi ha sbagliato strada - che Dio è misericordia, è porta santa che apre al perdono. A restituire a voi giovani il futuro che noi adulti vi stiamo
strappando, a sospingere quei sogni di bene che troppe volte vengono ostacolati; a confidarvi che l’unico modo per stare in piedi nella vita è puntare tutto su Dio.
Cari giovani, SOGNATE!
E prestate i vostri sogni anche a chi non ne ha più! Figli miei nel Sacerdozio Ministeriale, sentiamo particolarmente per noi queste parole! Tocca a noi prima di tutto. Non possiamo restare chiusi nei nostri spazi sicuri, nei nostri schemi, nei nostri tempi. Siamo mandati, come Gesù, ad essere doni di speranza a chi è prigioniero, cieco, oppresso... e queste non sono solo categorie sociali. Sono volti concreti, che incontriamo ogni giorno nelle nostre comunità.
Il popolo ha gli occhi fissi su di noi, come quelli della sinagoga erano fissi su Gesù. Il popolo ascolta, osserva, cerca testimoni, non ci chiede di essere perfetti, infallibili ma in prossimità. Ci chiede di essere pastori profumati di Carità, uomini unti non solo d’olio, ma di compassione, di misericordia, di verità.
Unti e inviati. Siamo le parole che ci portiamo a casa questa sera! Se l’unzione ricevuta non si traduce in una vita donata, in un cammino di testimonianza e di servizio, allora essa si svuota di significato, si spegne, si trasforma da tradizione viva in tradimento silenzioso. Chiediamo al Signore, oggi, di rinnovare in noi il dono del suo Spirito, perché l’unzione che abbiamo ricevuto non sia mai sterile, ma diventi testimonianza viva, presenza feconda, profumo di Cristo nel cuore del
mondo. E voi, popolo di Dio che è in Lecce, pregate per i vostri Sacerdoti. Per loro chiedete al Signore la santità della vita perché siano uomini di preghiera e di carità.
Uomini dell’ascolto e della cura. Uomini della testimonianza e del servizio. Maria, madre dei sacerdoti e modello di ogni discepolo del Signore, continui ogni giorno a sussurrare ai nostri cuori: “fate quello che vi dirà”. Solo così
potremo essere fedeli testimoni del suo Vangelo e vivere già in questo passaggio terreno la gioia della santità.
Autentica anticipazione del giorno di Pasqua. Amen".