Nello specifico, usa per l’appunto l’individuo come idoneo e 'vivace' strumento narrativo di quella insaziabile voglia di affermarsi che ci contraddistingue tutti, seppur in maniera e misura diverse l'uno dagli altri. Un romanzo di formazione, come lo definisce lo stesso Gala. Un percorso nero su bianco che dà spazio a svariate figure umane e ad altrettanti oggetti: costruttori di ombrelli, ombrelli e piogge, venditori di rose, metropolitane, uomini che vanno a prostitute e se ne innamorano, clienti che frequentano lavanderie a gettone, e non solo.
Il risultato è un miscuglio ricco di storie, personaggi, insegnamenti e consigli, spesso celati dietro situazioni grottesche e surreali, habitat naturali di persone e cose che si muovono sotto i 'felici diluvi', incuranti di tutto il resto.
Un testo che invita a porsi delle domande ben precise: come resta chi perde? Quanto divide il rimorso? Quali sono le conseguenze?
Ecco un passo dell'opera:
Corri, amore mio, corri: pensa ai marciapiedi e alle buche nell’asfalto, al dribbling tra le auto e allo scarto delle finestre gocciolanti, alle persone frettolose e inferocite e alle strisce pedonali. Lascia a me il cielo e i suoi problemi, le sue docce inaspettate, la violenza degli scrosci. Non esiste nulla, al tuo fianco, che può piegare le mie braccia: né le raffiche del vento, né gli schiaffi della brezza, né il fragore dei tuoni che ci urlano alle spalle. Non pensare di ripararmi sotto tetti occasionali e non cercare la mia tregua sotto a qualche cornicione, giacché questo nostro speciale abbraccio in cui io piango e tu sorridi, io mi bagno e tu sei asciutta, io mi ammalo e tu sei sana, io incasso e tu non senti, renderà felici tutti quei diluvi in cui saranno le tue mani a chiedere la protezione che questo ombrello è capace di dare.
Da sinistra l'autore Graziano Gala e l'editore Luciano Pagano, durante la presentazione di Felici Diluvi presso il Palazzo Gallone di Tricase. Lo scatto è di Daniele Met Photography.